Solo chi ha avuto un cane può capire 

Pochi giorni fa, una paziente mi parlava del suo cane: dei giri che facevano assieme in montagna, di quando lui l’aspettava mentre lei era altrove, di come essere svegliata da lui fosse il modo più tenero per iniziare la giornata.
Era un dolce racconto, mentre parlava i suoi occhi brillavano come fosse un sogno, ma, fino a poco tempo prima, era la sua realtà.

cane
Mi descriveva un’intesa incredibile, un rapporto unico ed irripetibile.
Quando il suo cane, tre settimane fa, è morto, lei ha perso un pezzo di sé. I giri in montagna, il ritorno a casa e le sveglie non sono più speciali com’erano, ora sono colmi di vuoto.
La paziente non riusciva a spiegarsi come potesse soffrire di più per la morte del suo cane piuttosto che per il decesso di amici o parenti; per questo motivo provava anche un certo senso di colpa.
La ricerca scientifica ha dimostrato come, per la maggior parte delle persone, la perdita della creatura con la quale si condivide l’esistenza sia verosimilmente paragonabile alla morte di una persona molto cara. C’è però un fattore che non aiuta ad elaborarne e superarne il lutto: la mancanza di un rituale di addio corrispondente al rito funebre.
Tuttavia, anche se per i padroni il loro cane è un compagno di vita, qualcuno può pensare che si tratti “solo di un animale” e che quindi non sia concepibile legarcisi più di tanto. Così, una persona che prova un intenso dolore per la scomparsa del proprio compagno a quattro zampe, potrebbe vergognarsi nel mostrare i propri sentimenti.
In realtà, non c’è da meravigliarsi che ci manchino così tanto i nostri fedeli amici quando se ne vanno.
La psicologa Julie Axelrod ha sottolineato che il lutto per la morte di un cane è così doloroso perché non si tratta di un’unica perdita. Sperimentiamo infatti privazioni multiple nello stesso momento: viene a mancare il nostro compagno primario, una fonte di amore incondizionato, una “testimonianza di vita” che ci offre sicurezza e benessere, nonché una figura che accudiamo come un bambino. La morte di una bestiola pregiudica anche la routine quotidiana: i cambiamenti nel ritmo e stile di vita che ne derivano sono uno dei principali fattori di stress.
Interagire con i cani ci fa sentire bene ed il solo fatto di guardarli può farci sorridere… difatti, i proprietari di animali mostrano un punteggio più alto nelle scale che misurano il benessere. Lo stesso sembra valere per i cani nei nostri confronti: sono più felici se hanno un padrone. Sanno inoltre riconoscere le persone dai loro volti e possono comprendere gli stati emotivi dalle sole espressioni del viso. Con loro condividiamo infatti gran parte dei muscoli facciali, riuscendo reciprocamente a riconoscere le espressioni che contengono importanti informazioni sulle nostre emozioni.
I cani comunicano con noi come nessun altro animale e sono abili a capire il significato delle parole. In aggiunta, gli studi indicano che questi incredibili animali sono in grado di cogliere le intenzioni umane e sanno evitare le persone malintenzionate.
Si ritiene che il primo animale domestico sia stato proprio il cane, “adottato”, secondo alcuni studiosi, 100 mila anni fa; possiamo affermare che si è adattato a noi molto bene!
Chi sa veramente rendere onore al dono speciale dell’amicizia è proprio quello che viene definito “il migliore amico dell’uomo”: il cane.

 

Dott.ssa Mariapia Ghedina – Psicologa

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