Aspettative? No, grazie.

Quale miglior momento per formulare nuovi progetti e buoni propositi? Generalmente cediamo alla tentazione di farli all’inizio di un nuovo ciclo, possono essere i primi mesi dell’anno o dopo l’estate. C’è chi programma di  mettersi a dieta, chi di cambiare lavoro, mettere su famiglia o addirittura stravolgere e cambiare radicalmente vita. Avere una progettualità futura è auspicabile e senz’altro fa bene: quando “desideriamo”  ci sentiamo vivi, motivati ed il nostro corpo produce endorfine, gli ormoni della felicità.

Ma cosa succede quando le aspettative legate ai nostri progetti filtrano la nostra realtà?

Spesso pensiamo di sapere cosa vogliamo, con la certezza che quando lo raggiungeremo saremo felici. Si sentono spesso frasi come “quando avrò questo allora sarò felice”. Quando  però finalmente otteniamo quello che desideriamo, dopo i primi momenti di felicità, ammesso che arrivino, ci ritroviamo insoddisfatti, come se ci mancasse ancora qualcosa e allora cominciamo con un’altra aspettativa di felicità in un circolo vizioso senza fine. Questo accade perché vogliamo controllare e programmare la nostra vita, dimenticando che la vita semplicemente “accade” e non vuole essere incanalata nei nostri piani.

Pensateci bene: molte volte le cose sono accadute non quando le avevate programmate, ma quando è scattato dentro di voi qualcosa, una scintilla.

Quando gli dei vogliono punirci, esaudiscono le nostre preghiere”.

(Oscar Wilde)

Lasciare che sia la vita a guidarci non vuol dire che dobbiamo accontentarci o vivere alla giornata, bensì imparare ad accogliere ciò che accade, attraverso uno sguardo presente, consapevole ma soprattutto aperto: aperto significa senza aspettarsi nulla, senza imporre ai nostri piani un risultato. Il rischio è di non vedere la varietà di altri accadimenti che possono incorrere nella nostra vita che è quella che stiamo vivendo ora, non è il passato e non è il futuro. Continuare a collocare e posticipare la felicità nel futuro, attraverso la realizzazione delle nostre aspettative, non fa altro che creare insoddisfazione, perdendo di vista il presente e noi stessi.

Le aspettative non riguardano solo i progetti: possiamo aspettarci qualcosa anche da noi stessi e/o dagli altri. Avere troppe aspettative, su come dovremmo essere, su cosa crediamo sia giusto o sbagliato fare, offusca la propria natura, e la propria interiorità che non sono mai statiche, ma sempre in evoluzione, in cambiamento e non possono né devono adattarsi ad idee prestabilite e non sincroniche con esse. Nei rapporti, invece l’aspettativa porta ad aspettarsi dagli altri le azioni che faremmo noi, dimenticando che ogni persona è molto diversa: quello che è possibile per noi non lo è per altri. Non possiamo attendere una telefonata un’intera giornata solo perchè noi l’avremmo fatta, o aspettarci una sorpresa in un preciso momento in virtù del fatto che noi abbiamo deciso essere quello giusto. Aspettarsi con determinazione qualcosa significa imporre quel nostro desiderio a qualcuno che potrebbe ci deluderci.

Non aspettandoci nulla, non saremo nemmeno delusi, anzi, saremo sorpresi!

” Non idealizzare mai gli altri. Non potranno sopravvivere al confronto con le tue aspettative.”

(Leo Buscaglia)

Cosa puoi fare nel concreto:

  • Aspetta quello che verrà senza aspettarti nulla
  • Accogli ciò che ti dona la vita senza commentare
  • Oggi è tutto ciò che hai, ieri non c’è più e domani non c’è ancora
  • Osservati intorno con sguardo curioso senza precluderti qualcosa solo perchè non rientra nei tuoi piani
  • Ascolta la tua interiorità: sarà lei a guidarti

 

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