LA PSICHE NON SI VEDE E NON SI TOCCA, QUINDI NIENTE “BONUS”.

APPELLO AL GOVERNO E ALLE FORZE POLITICHE SULLA SALUTE PSICOLOGICA

David Lazzari
Presidente nazionale Ordine Psicologi
(CNOP).

Desidero farmi interprete non solo di chi studia sul piano scientifico il tema ma anche di tutti quei cittadini, e sono purtroppo davvero tanti, che rivendicano dignità e ascolto per la salute psicologica.

La tutela della salute fisica è da due anni al centro dell’emergenza nazionale, ora, nel terzo inverno di pandemia, stiamo entrando in una nuova fase acuta. Si punta, giustamente, a generalizzare la terza vaccinazione ma già si parla della quarta.

Tra i reduci del Covid e una popolazione smarrita e stanca, spesso impaurita, da questa emergenza che non sembra finire è da tempo in atto una emergenza psicologica che solo la politica non vuol vedere. Che oggi si ripropone e si accentua con una nuova ondata della pandemia.

A fronte dei miliardi investiti per fronteggiare la salute fisica nella pandemia la salute psicologica è stata oggetto di attenzione ed investimenti quasi inesistenti, che somigliano più alla carità che si concede per dire di aver fatto qualcosa che ad un intervento pubblico.

Questa logica non è sostenuta né dalla scienza né dall’economia.

La prima ha ben documentato il forte impatto dei problemi psicologici sulla salute (anche fisica), sul lavoro e su tutte le dimensioni della vita.

Gli studi economici hanno mostrato i costi dei problemi psicologici per chi li ha e per tutta la società.

In termini di disabilità prodotta è la prima voce di costo nel campo della salute, così come è la prima causa di assenteismo dal lavoro (dati OMS, EU-OSHA, OCSE). Secondo la London School of Economics ogni euro speso per la salute psicologica produce 2,5 euro di minori spese.

Non ci sono dunque motivazioni scientifiche né economiche per continuare a trascurare un problema che è diventato sociale ed è sotto gli occhi di tutti.

Non volerlo vedere è ora, come è stato detto da molti, una mancanza di rispetto verso i cittadini. Presta il fianco all’idea che per le Istituzioni democratiche, ancora oggi, la sofferenza psicologica sia considerata una debolezza, un capriccio o una vergogna.

I cittadini giustamente chiedono risposte immediate, in termini di bonus e di aiuto psicologico nella scuola, chiedono poi che lo Stato si organizzi per garantire in modo strutturale una rete psicologica pubblica.

Continuare a girarsi dall’altra parte, ignorare questa diffusa presa di consapevolezza di milioni di persone, appare in netto contrasto con l’idea di una società in transizione che punta su visioni nuove e sulla resilienza.

Facciamo in modo che i prossimi provvedimenti adottati diano risposte chiare.

Ha destato sconcerto la cancellazione last minute del “bonus” di 50 milioni di euro per dare una risposta immediata ai problemi psicologici dopo due anni di pandemia in cui le Istituzioni su questo non hanno fatto quasi nulla. Tanta gente si è indignata e una sottoscrizione, del tutto privata e spontanea, in quattro giorni ha raggiunto quasi 200 mila firme su change.org.

Oggi la domanda di Psicologia e Psicoterapia è molto aumentata, una indagine sulla nostra Comunità professionale ci dice almeno del 40% (Ist. Piepoli per CNOP ott. 2021). Ma è un dato frenato dalla barriera socioeconomica che esiste tra un bisogno sempre più diffuso e sentito e una risposta quasi solo privata. La stessa ricerca ha documentato che un 48,5% di persone che, pur avendo cercato aiuto, non hanno potuto iniziare un trattamento o hanno dovuto interrompere quasi subito per motivi economici.

È chiaro quindi che la professione è ricercata ma siamo costretti a lavorare solo nel privato e a dire una marea di no nel pubblico, dove siamo pochissimi e quasi solo nei servizi specialistici di secondo livello – salute mentale, dipendenze, neuropsichiatria – e quindi costretti ad occuparci dei casi più severi e delle emergenze, e con pochissimo tempo da dedicare. Mentre dovremmo essere presenti negli studi dei medici e pediatri di famiglia, nei servizi di prossimità comunque si chiamino (distretti, consultori, case di comunità, ecc.). Per intercettare il malessere, i disturbi insorgenti, tutte le forme che si giovano più della psicologia che dei farmaci, e impedire che si aggravino. E dovremmo essere negli ospedali, dove i ricoverati spesso vivono situazioni traumatiche, ed hanno bisogno di attenzione e sostegno come persone e non solo come corpi.

Un politico mi ha spiegato questa difficoltà delle Istituzioni a capire l’importanza della dimensione psicologica perché la psiche non è concreta, non si vede e non si tocca. Il cervello invece è concreto e quindi è più facile immaginare una cura fatta di chimica e una psiche come semplice riverbero dei neuroni.

Eppure cose fondamentali della vita, come la salute, hanno lo stesso status della psiche. Non si vedono con gli occhi, non si toccano con le mani, ma, diciamolo, si sentono. Eccome se si sentono!

Addirittura la vita ha lo stesso status. Qualcuno mi sa dire in quale parte specifica del corpo è collocata la vita? 

Gli aspetti fondamentali che ci rendono esseri umani – la vita, la salute, la psiche – sono concetti sistemici, complessi, che non coincidono con un organo fisico in particolare, ma “emergono” come proprietà dell’insieme e condizionano, regolano, tutto l’insieme. Certamente la psiche ha bisogno del cervello ma il cervello ha altrettanto bisogno della psiche: l’attività psichica lo sviluppa, lo plasma e lo modifica.

Noi viviamo immersi in un mondo di relazioni, delle quali solo in piccola parte siamo consapevoli, e la vita, la salute e la psiche sono degli “hub”, cioè degli snodi fondamentali nelle reti che legano le parti di noi, ci legano agli altri e tutti all’ambiente. Se non capiamo l’importanza di queste dimensioni così reali e presenti che però non si pesano con la bilancia, non si toccano con la mano e non si misurano con il metro, affronteremo il presente e il futuro senza la consapevolezza che serve, senza la cultura di cui abbiamo bisogno. E la tecnologia o l’economia da sole non basteranno, anzi faranno danni.

E non si può continuare a vedere queste dimensioni solo in negativo: la vita quando cessa, la salute quando manca, la psiche quando non funziona. Bisogna considerare e valorizzare i fattori che promuovono la vita, la salute e la psiche. Perché le persone hanno capito che la vita va vissuta e non è solo un “essere biologicamente in vita”, la salute va promossa e difesa, la psiche va fatta crescere, va ascoltata e sostenuta. E credo sia a tutti chiaro, quanto le tre cose sono collegate.

Alla luce di tutto questo, 50 milioni per il bonus psicologico, sono un piccolo investimento ma un grande segnale: abbiamo capito l’importanza, siamo con voi, faremo la nostra parte.

David Lazzari
Presidente nazionale Ordine Psicologi

David Lazzari dirige il Servizio di Psicologia dell’Azienda Ospedaliera di Terni, è docente nelle Università di Torino e L’Aquila e past president della Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia. Autore di diversi volumi e articoli scientifici e divulgativi, da molti anni si occupa del rapporto tra psiche, salute e qualità della vita. Dal febbraio 2020 è presidente nazionale dell’Ordine degli Psicologi.

Credit: https://www.huffingtonpost.it/author/david-lazzari