Condividere per essere capiti. La comunicazione come ponte tra le persone

Ti è mai capitato, dopo una giornata degna dei “migliori” incubi in cui tutto è andato storto, di percepire una straziante sensazione di angoscia a livello del petto o della bocca dello stomaco?

Sei rientrato a casa tua, nel tuo porto sicuro, colmo di angoscia e l’unica cosa che vorresti è la compassione e l’affetto della tua famiglia. Appena varcata la soglia della porta, saluti fugacemente i tuoi cari e gli dici che vuoi andare in camera tua a riposare perché hai avuto una giornata pesante. Ti aspetti che i tuoi cari vengano ad abbracciarti, a rincuorarti e ti aspetti che sappiano già tutto. Insomma, devono saperlo, stai male, veramente male.

A questo punto devo farti una domanda.

Come pensi che gli altri possano sapere quello che provi e pensi, se non hai dimostrato neanche il minimo segnale di necessità di aiuto?

Sei unico! Nessuno potrà mai pensare, vivere e sognare come te, per il semplice fatto che non esiste sulla faccia della Terra una persona che abbia avuto le tue stesse esperienze. È sufficiente una sola esperienza diversa per trasformare un gemello omozigote in un individuo unico. La tua vita è come tanti pezzi di metallo con forme singolari che continuano ad unirsi nel tempo formando una catena, la cui costituzione e consistenza sono uniche e irripetibili.

Dunque, se sei unico, come puoi sperare che gli altri sappiano come ti senti, se non condividi i tuoi bisogni?

È vero! Gli esseri umani sono animali empatici, ma per potersi dimostrare tali devono sapere cosa ti stia capitando e l’unico modo per saperlo è che tu lo esprima, con il linguaggio verbale o non verbale.

Ma tu non lo fai e rimani in camera tua incazzato perché nessuno è venuto a chiederti qualcosa, quasi sicuramente l’hanno fatto per lasciarti riposare, ma a te non interessa. L’unica cosa che conta è che tu sia quello buono che aiuta sempre tutti e che gli altri siano degli stronzi ingrati.

Ricordati che vi sono tanti modi di leggere la realtà, quante sono le persone presenti sulla Terra.

L’unico modo per essere capiti è comunicare all’altro il proprio Io, rendendolo per un attimo un Io condiviso, in cui i tuoi pensieri e le tue emozioni straripano gli argini della pelle ed esondano nel corpo e nei pensieri dell’altra persona.

Vuoi essere capito? Apri il tuo mondo agli altri. Il non detto rimane tale e non può creare consapevolezza.

Tutto ciò che tieni per te fa parte del tuo mondo e basta. Fortunatamente è così, altrimenti immagina lo scambio comunicativo tra due persone completamente prevedibili, mancherebbe di quella vena creativa, nascosta, inaspettata che rende magica ogni comunicazione autentica.

Costruisci la tua persona e racconta agli altri la tua “arte”, perché il mondo per progredire non ha bisogno dei soli pensieri, ma ha bisogno di condivisione e poi di azione. Non fare l’errore di tenere i pensieri solo per te, altrimenti non vivrai nel reale condiviso ma nel pensato autoreferenziale.

Condividi per vivere bene, condividi per far parte del progresso.

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