Per le mamme che vogliono capire cosa vuol dire essere papà

Eleonora è nata nel maggio del 2002 e in un attimo la casa si è trasformata, io non ho più momenti di pace o privacy e le giornate sono frenetiche perché torni dal lavoro e vuoi aiutare la mamma. E di notte si dorme tutti a rate, quindi pensi di essere finito in un episodio di Ai confini della realtà. Ma a Giugno, forse grazie al caso o alla mia voglia di non essere un satellite della vita delle mie due donne, e al mio amore per il basket, vivo momenti che ricorderò sempre. Il caldo arriva presto quell’estate, ma grazie al cielo ci sono sempre anche i playoff NBA. Ele prende il latte artificiale e di notte Carla si alza a prepararlo, sempre verso le quattro. Nella Costa Ovest degli Stati Uniti si confrontano Sacramento Kings e Los Angeles Lakers. Gara 1, decido che mi alzo io alle tre per dare il latte alla bimba, la prendo in braccio che ancora dorme. Andiamo in sala. Accendo un abat-jour che fa luce soffusa, apro un po’ la finestra per lasciar entrare aria fresca e ci mettiamo sul divano. Comincia la partita. Bellissima. Io sono lì con il braccio mia figlia, in un momento finalmente per me ma condiviso con lei, il nostro primo momento per noi; anche se le regole del gioco non le conosce ancora, secondo me le piace stare dove sta, le piace l’atmosfera. Io sono felice e sereno, Carla dorme e io do il latte a Ele che poi si riaddormenta e io la tengo in braccio mentre ammiro Chris Webber e Robert Horry. Albeggia e c’è quel silenzio che solo la mattina. Ho ripetuto quella routine per due settimane, una volta ogni due giorni. È difficile da spiegare ma quelle sette notti (tutta la serie) sono state un momento magico, irripetibile e unico di intimità. Forse è stato lì che sono diventato papà.

Questo scritto è contenuto nel libro Il padre è nudo, tutto quello che gli uomini non dicono di Stefano D’Andrea.

Stefano ha scritto questo libro per riempire il vuoto lasciato dagli uomini attorno al tema paternità. L’uomo diventa padre, ma quando racconta l’esperienza agli amici, nasconde le emozioni, le verità e specialmente tutto quello che lo mette a nudo.

“Gli uomini non parlano mai tra loro, nemmeno quando diventano padri e le loro emozioni li travolgono lasciandoli come mosconi alla deriva. Anche i miei amici maschi, diventati papà molti anni prima di me, sono stati omertosi. Hanno lesinato con le descrizioni e con le esperienze personali. Hanno detto solo ‘Tu di’ sempre sì’ oppure ‘Verso i due anni ricominci a vivere’, ma hanno omesso i particolari che sono tutto. Sarò un padre nuovo, mi sono detto, un padre presente, una semi-Madre. Diventando un papà iper-presente sarei entrato a far parte di una selezionata schiera di combattenti che cambiano la storia, uomini con tutte le risorse, felici mamme e rigorosi papà. Ma sbagliavo. I maschi sono stati cattivi con me rinunciando alla condivisione delle loro esperienze, unico strumento di crescita dell’Umanità, e per questo ho deciso che si deve rompere la catena che, di generazione in generazione, obbliga tutti a ripetere gli errori di chi è nato e morto prima di te, e quindi svelerò ciò che i futuri padri devono sapere. Sono passati due anni da quando è nata Margherita ed è arrivato il momento di dire quello che gli uomini non dicono. Mai.” – Stefano D’andrea