Schema diagnostico dell’abuso emozionale

abuso emozionale

Negli ultimi anni si sta diffondendo una nuova piaga sociale che contamina i rapporti di coppia. Si tratta dell’abuso emozionale, cioè la violenza verbale, emotiva e psicologica perpetuata da uno dei membri della coppia ai danni dell’altro.

Questo problema ha una rilevanza enorme perché è molto difficile da individuare. Spesso viene confuso con un normale litigio, addirittura difeso con la retorca ingenua de “l’amore non è bello se non è litigarello”, ma i suoi effetti sulle vittime sono ancora più gravi della violenza fisica.

Chi subisce questo sopruso non lo sa, non chiede aiuto, ed è complice del suo carnefice.

Ora cercheremo di riassumere in forma schematica tutte le peculiarità di questa dinamica relazionale aberrante per sensibilizzare i lettori e riconoscere il problema.

 

Le principali cose da sapere sull’abuso emozionale

# Non avviene quasi mai in pubblico. Nei contesti sociali l’abusatore si comporta in modo impeccabile con il suo partner.

# Spesso l’abusatore non è consapevole del suo comportamento. Altre volte lo nega solo per non sentirsi in colpa.

# L’abusatore getta la colpa dei suoi gesti sulla vittima.

# L’abuso emozionale può essere preceduto o seguito da violenza fisica.

# La vittima perde progressivamente ogni briciola di autostima.

# L’abusatore cerca di ottenere il controllo totale sulla vittima. Non sopporta che possa avere opinioni discordanti dalle sue.

# L’abusatore è possessivo e tende a isolare la vittima dal suo contesto sociale.

# L’alcol accentua questa dinamica relazionale. Se dopo aver bevuto sistematicamente scatta il litigio, probabilmente siamo davanti a un caso di abuso emozionale.

 

Profilo psicologico dell’abusatore

# È insicuro

# Ha aspettative irrealistiche circa il rapporto che vive e circa l’amore in generale

# È molto geloso

# Nelle discussioni si accende facilmente e utilizza un linguaggio aggressivo anche quando non ce n’è motivo

# Quando non ha il controllo sulle cose si agita molto

# Critica spesso i propri comportamenti e quelli degli altri

# Si agita per cose di poco conto e diventa presto aggressivo

# La presenza in famiglia di parenti presi in carico per disturbi psicologici aumenta la probabilità di trovarsi di fronte a un abusatore emozionale

Come rispondere a un abusatore

La maggior parte delle vittime cerca di rispondere con calma e razionalità ma questo approccio non funziona. L’abusatore si trova in uno stato di sospensione delle normali regole di comunicazione, ha la mente annebbiata dal disagio e sente solo il bisogno di sfogarsi.

La cosa giusta da fare è non reagire alle provocazioni e aspettare che l’agitazione si sgonfi. Attenzione! Non reagire non significa far finta di non sentire, questo lo farebbe adirare ancora di più, non reagire significa rispondere dando ragione o utilizzando delle frasi neutre di modo da comunicare la propria attenzione, il proprio assenso e minimizzare le possibilità di contrasto.

Attaccare l’abusatore non solo è inutile ma rischia di portare la violenza dal piano verbale a quello fisico.

 

Il ciclo della violenza emozionale

Può sembrare paradossale che coppie così disfunzionali restino insieme. La risposta la troviamo nel ciclo della violenza emozionale.

– Aumento della tensione nella relazione

– Scoppio di rabbia

– Rimorso e scuse

– Periodo compensatorio di gesti affettivi e grande amore. Una specie di luna di miele che comincia dopo le scuse, si stabilizza e poi aspetta la crisi successiva.

 

La vittima rimane con il suo carnefice perché giustifica il rapporto attraverso i bei momenti trascorsi insieme. Razionalmente non ha alcun senso, perché la gravità della violenza emozionale è tale da imporre la fine di quel rapporto, ma si sa che l’amore non può essere logico.

Allora ci si attacca a quello che funziona, però si vive nell’ansia dell’attesa della prossima crisi. Cresce la consapevolezza che basta un gesto stonato per scatenare l’inferno, quindi ci si misura in tutto distruggendo la naturalezza del rapporto.

 

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