LO SPORT: COMPETIZIONE O DIVERTIMENTO?

Lo sport rappresenta un momento di svago, una via di fuga dalla quotidianità. Che sia fruito col supporto dei media, o che sia praticato in forme più o meno agonistiche, incita sempre alla vittoria, alla competitività da parte di chi lo pratica e chi lo tifa, portando talvolta a scontri violenti, in campo o fuori da esso. La conseguenza è la nascita di disvalori che portano ad un’aggressività sempre crescente tra i membri della nostra società.

L’ideale sarebbe quello di educare i figli, fin da piccoli, alla consapevolezza che lo sport va amato non per il senso di vittoria ma perché fa bene alla salute, in un tempo in cui la vita è più virtuale che reale e che attraverso la fatica fisica si cresce e si tempra anche lo spirito. Purtroppo lo sport veicolato dalle emittenti televisive e radiofoniche ha sempre meno a che fare con la disciplina che lo caratterizza, ma ci si sofferma su esigenze radiofoniche e televisive di share e di ascolti, andandolo a snaturare con argomenti che con il reale spirito dell’attività sportiva non c’entrano nulla.

Un esempio su tutti sono le infelici dichiarazioni di carattere razzista in cui si imbattono spesso esponenti di questa o quella disciplina sportiva o, ancora, che lo sport (soprattutto il calcio) sia gestito solo ed esclusivamente da interessi economici, uno su tutti le scommesse sportive. L’idea di soldi facili da parte di molte persone che spesso si trovano a scommettere su eventi sportivi in un periodo di crisi economica porta a travisare totalmente la visione di un evento sportivo che diventa attraverso le scommesse una trasformazione del tifo, facendo convergere soggetti deboli ed insicuri verso dipendenze patologiche come la ludopatia. È il caso di molti adolescenti, che nonostante il chiaro divieto della legge, sempre più spesso si trovano a scommettere su eventi sportivi.

Bisogna però essere consapevoli del fatto che esistono società sportive le quali, grazie all’impegno di uomini e donne interessate all’educazione più che alla competizione, riescono a trasmettere un messaggio positivo: lo sport aiuta a diventare persone migliori, e attraverso lo spirito di squadra, al di là della competizione, si possono condividere le gioie della vittoria ed ammortizzare i dolori della sconfitta, senza perdere la stima in se stessi, mantenendo il sorriso, nell’ottica che vincere o perdere fa parte del gioco. Ciò che conta è sapersi rialzare dopo una sconfitta e cercare di apprendere dai propri errori in modo autocritico.

Inoltre bisogna tener presente che la crescita attraverso lo sport è fatta anche delle testimonianze di tutti quegli atleti che ogni giorno si mettono in gioco e sfidano i propri limiti, le proprie paure, insegnando così, attraverso la pratica sportiva, come essere persone migliori. Questo messaggio può passare ai propri figli, dedicando loro tempo ed attenzione in un’ottica di crescita e rispetto delle regole. Regole che serviranno loro anche per affrontare la quotidianità, partendo proprio dal modo di vedere lo sport come un gioco nonché come opportunità di confronto e voglia di stare insieme.

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta