QUESTIONI DI COPPIA. BADARE ALLA CASA

La coppia è caratterizzata da un insieme di relazioni basate sull’interazione tra due persone. Un sistema a sé stante distinto dall’ambiente esterno e diverso per ogni coppia, nella quale ognuno si rapporta all’altro secondo le modalità apprese durante la propria vita, basandosi sui propri vissuti e sulle proprie aspettative. In ciò un canovaccio che spesso va seguito è quello della relazione di coppia per eccellenza, quella sperimentata, seppur in modo marginale, nel passato: la relazione della propria coppia genitoriale. La coppia è più della somma delle caratteristiche di ogni singolo individuo, infatti le due persone che la formano vanno a creare una nuova identità che crescerà in modo autonomo all’interno del mondo esterno. Le interazioni che quest’ultimo mette in atto nei confronti della coppia mutano nel tempo e possono agire su di essa rendendone, in alcuni casi, difficile la sopravvivenza ma anche vissuti che caratterizzano i due individui possono favorire o minare il benessere della relazione.

Gli interventi esterni caratterizzati dall’intrusione nella privacy della coppia possono violarne lo spazio vitale; è il caso dei parenti (suoceri) o la nascita di un figlio. Bisogna pensare alla coppia non come sistema statico ma dinamico, caratterizzato da accordi consci o inconsci e basata su progettazione e programmazione di una vita insieme (figli, casa, vacanze, ecc.). Ognuno dei momenti con i quali la coppia si confronta rappresenta un cambiamento e come tutti cambiamenti, anche se positivi, spaventa. Può essere difficile da affrontare e mettere in atto. Se superato in modo positivo, può generare un arricchimento. Se invece affrontato in modo negativo, può portare ad una crisi, la quale a sua volta deve essere affrontata e risolta. Il punto di partenza del benessere della coppia è la condivisione dei ruoli, la consapevolezza che, all’interno della diade, ognuno deve assolvere ad un ruolo che lo caratterizzi o meno. L’idea arcaica che la donna debba occuparsi della casa e dei figli rappresenta ancora oggi un piano di confronto per i coniugi che “usciti” dalle proprie famiglie devono costruire un rapporto basato sulla reciprocità e parità dei ruoli. Infatti la donna come l’uomo spesso ha una propria vita lavorativa necessaria per la sopravvivenza economica ed il mantenimento della famiglia. Partire dal concetto di simmetria dei ruoli nella coppia è fondamentale per favorirne lo sviluppo e la crescita.

La donna, nel corso dei secoli, ha sviluppato innumerevoli capacità di gestire più cose contemporaneamente come il cervello multitasking, la visione laterale più ampia per controllare più cose per volta, una memoria strutturata in modo tale da ricordare più cose; grazie agli estrogeni infatti essa è capace di ricordare più facilmente la disposizione di piccoli oggetti in spazi ristretti (credenza, mobili, frigorifero). Dall’altro lato la donna è un essere umano il cui fisico, seppur in maniera minore, risente degli stress ambientali e dell’invecchiamento come l’uomo.
L’uomo non ha questa capacità, infatti le caratteristiche mnemoniche che lo caratterizzano e che si sono sempre più rafforzate nel tempo non gli permettono di mantenere una gestione della casa altrettanto facilmente quanto la donna.
Le necessità odierne legate al lavoro ed alle molteplici cose da portare avanti fanno sì che la donna debba necessariamente chiedere aiuto al partner per una condivisa gestione della casa. Sebbene i mariti moderni abbiano aumentato con gli anni il tempo dedicato alla cura della casa, ciò che va preso in considerazione è la modalità con cui passa il messaggio di supporto che loro danno. Sembra infatti un regalo, un favore più che una condivisione, come se ciò che egli stesse facendo rappresenti un vantaggio, uno sgravio, una concessione per la moglie.

Le capacità della donna di focalizzarsi su più compiti, così come le capacità dell’uomo di svolgere una mansione per volta hanno basi biologiche antiche, come detto, e non tenere in considerazione questa cosa significa pensare ancora oggi, erroneamente che uomo e donna sono psicologicamente uguali. In realtà la differenza sta nel fatto che essi nel corso dei secoli hanno affrontato problemi adattativi diversi (uomo=caccia, donna=educazione dei figli, gestione della casa, rapporti sociali). Potremmo pensare alla mancanza di aiuto del partner nella gestione della casa come punto di partenza in una crisi coniugale che è sempre più presente nella coppia ma dobbiamo considerare come secoli di adattamenti e condizionamenti hanno portato a ciò. Certi problemi non si verificano finché la coppia è in equilibrio, ma quando questo viene a cadere per i su citati momenti di cambiamento, anche il momento dell’apparecchiare o sparecchiare diventa conflittuale.

L’educazione del maschio avviene in un’ottica di competizione con l’altro, è abituato a giocare alla guerra e lo si vede nei suoi giocattoli. Pensare di cimentarsi con la lavatrice (cosa semplicissima) o con l’aspirapolvere lo porta ad una notevole insofferenza. I continui rifiuti da parte del marito alle richieste della moglie portano alla lunga ad un rapporto disfunzionale. Per questo è necessario rivedere gli obiettivi del matrimonio, le abitudini di entrambi, bisogna tenere in considerazione che la coppia non vive di regole rigide ma di direttive flessibili e solo tale flessibilità permetterà di aggiustare il tiro.

L’instabilità spesso caratterizzata da lavori precari per entrambi, non fa altro che andare a minare l’equilibrio necessario al benessere della coppia. Non è vero che le differenze si appianeranno col tempo, non è vero che con la maturazione del rapporto certe cose miglioreranno, non è vero che alcuni atteggiamenti e comportamenti di lui o lei svaniranno col passare degli anni. Anzi è proprio il contrario, le differenze che ci sono all’inizio della relazione potranno solo aumentare nel tempo. Spesso la donna è convinta di poter cambiare il proprio uomo con la forza del suo amore, rendendo ad esempio ordinatissimo un marito disordinato. È ovvio che i cambiamenti avvengono e sono possibili nella misura in cui entrambi sono disposti a farli. I tentativi di cambiare il proprio partner in modo radicale e la perseveranza in questo senso non portano a nulla di buono, anzi generano quasi sempre un allontanamento. Il cambiamento imposto spesso porta piccole concessioni, ma inevitabilmente col tempo si tornerà alla situazione di partenza.

Allora non c’è soluzione? Certo che c’è, ma è necessario un lavoro di accettazione e modificazione del proprio comportamento prima di tutto. Accettare i limiti e le esigenze del proprio partner porta sicuramente a modificare il proprio punto di vista. Per ottenere migliori risultati è necessario partire dal rispetto dei sessi, dalla conoscenza, dalla condivisione e dalla progettualità.
Alcuni consigli possono essere utili: per le donne potrebbe essere il caso di aspettare che il proprio coniuge sia tranquillo e rilassato una volta giunto a casa prima di parlargli, cercando di non esasperare i toni, ma mantenendo un certo grado di distacco tra la frustrazione che nasce dalla mancanza di aiuto e la richiesta di aiuto stesso. Per gli uomini è necessario considerare il fatto che anche se la moglie non chiede, non pretende aiuto ne ha un forte bisogno perché non è facile mandare avanti da sola la casa. Bisogna quindi agire in modo autonomo senza chiedere “il permesso”: qualsiasi aiuto dato per sgravare la coniuge sarà ben accetto se fatto con l’intenzione ed in modo sistematico. In seguito possono essere concordate delle attività ma in primis è necessario aiutare senza che venga chiesto, comportamento che dimostra all’altro la reale volontà di mettersi a disposizione.

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta