PSICOSOMATICA: IL BERSAGLIO RESPIRATORIO

Nell’articolo precedente (reperibile qui: goo.gl/TkSuLd) ci siamo occupati di un sistema che spesso viene identificato come via di espressione di un disagio psichico, il Sistema Cardiovascolare.

Nell’articolo che segue ci soffermeremo su un altro sistema che spesso viene “attaccato” dalla mente nell’espressione del suo disagio: il Sistema Respiratorio. Il respiro caratterizza la nostra attività legata allo stare al mondo. Esso si modifica in relazione all’emotività, aumentando di frequenza quando siamo tesi e rallentando nei momenti in cui siamo tristi o giù di tono. Caratterizza anche la nostra individualità fin da bambini: si pensi ai vocalizzi dei neonati che via via diventano parole attraverso le quali essi esprimono le loro caratteristiche personologiche. I bambini piccoli, infatti, modulano la loro modalità e frequenza respiratoria proprio a caratterizzare stati d’animo emotivi che ne rappresentano la condizione di esseri dipendenti da qualcun altro. Così come alterazioni del respiro caratterizzano bambini ed adolescenti che ne fanno uso per esprimere la loro autoaffermazione, magari piangendo fino a non respirare più, o trattenendo il respiro per attirare l’attenzione.

L’ansia può esplicitarsi in crisi di iperventilazione caratterizzate da respiri rapidi e superficiali ma allo stesso tempo irrefrenabili con conseguenti palpitazioni, vertigini e stato di stordimento dovuti alle alterazioni gassose che si creano.
Come detto, il respiro viene ad indicare l’esatta espressione emotiva del soggetto: respirazione animata, angosciata, difficile, libera, concitata. Nei casi più estremi la percezione è quella di non riuscire ad introdurre aria nei polmoni per una impossibilità di dilatare la gabbia toracica come se essa fosse immobile.

Tra le più comuni patologie legate al sistema respiratorio annoveriamo l’asma bronchiale, nella quale sono state ritrovate componenti legate al sistema psichico. Si parla, in taluni casi di personalità con tendenze conflittuali e regressive. La nascita di un fratello, il transito puberale possono portare ad una inconscia rottura con la figura di attaccamento e la percezione che la relazione simbiotica con essa si sia lacerata. Ciò può favorire la nascita di pensieri di morte che si ripercuotono sull’apparato respiratorio attraverso la cosiddetta “fame d’aria”. Similmente all’asmatico, il paziente la cui mente sceglie l’apparato respiratorio come espressione del proprio malessere, vive in una costante paura di non riuscire a respirare e morire di asfissia. Come in altri casi, anche in questo, il ricordo di episodi precedenti funge da accensione per l’evocazione di nuove crisi.
L’asma bronchiale, riconosciuta oggi come una delle malattie psicosomatiche per eccellenza, racchiude in sé risposte fisiologiche a stimoli oggettivi ma anche una forte componente psicologico-emotiva dell’espressione di un disagio.

BIBLIOGRAFIA:
Dinelli U., (2005), Siamo tutti psicosomatici? L’astuzia della mente sulle ingenuità del corpo, Marsilio, Venezia

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta