LETTERA DI UNA PSICOLOGA A BABBO NATALE

Caro Babbo Natale,
in questo periodo vorrei tornare anche io bambina e avere l’illusione di credere in qualcosa che magicamente possa rispondere ai desideri delle persone e che, soprattutto, le possa aiutare a risolvere i propri problemi.

Vorrei che tu dessi agli uomini e alle donne in coppia la capacità di comunicare e di confrontarsi guardandosi negli occhi, senza mentire, senza nascondersi, senza dividersi in due solitudini che non si incontrano mai.

Vorrei che tu aiutassi i genitori a guardare ai loro figli per quello che realmente sono... e non per quello che loro vorrebbero fossero. Vorrei tu dessi a loro la capacità di fermarsi per capire cosa è bene per i loro figli e di cosa hanno realmente bisogno. Porta come regalo a questi figli il tempo dei loro genitori, sotto forma di gioco, per i bambini, e di ascolto e chiacchiere, per i più grandi.

Vorrei tu portassi ai miei pazienti la consapevolezza di potercela fare… ad attraversare le proprie crisi, a sconfiggere i propri ostacoli, a superare i propri limiti. Vorrei tu donassi a loro il coraggio di vedere le proprie fragilità e di sentire di possedere la forza per lavorarci, per piangerci sopra, per arrabbiarsi… e per riuscire a superarle.

Questo Natale porta senso di appartenenza a chi si è staccato da tutto e da tutti, a chi è scappato dai propri legami, a chi dietro una corazza ormai stanca finge ancora di “non avere bisogno di nessuno”.

Ai miei pazienti che piangono per situazioni familiari di lutti, malattia e difficoltà che non dipendono da loro, porta come regalo delle batterie cariche per andare avanti quando sembra loro di crollare, ma anche una poltrona comoda sulla quale sprofondare dopo le fatiche di una giornata.

E per gli adolescenti, lascia da parte i tatuaggi, i soldi e la tecnologia e regala loro la vicinanza di persone autentiche e di modelli e punti di riferimento buoni per loro. Regala a tutti i ragazzi un pacchetto di sani limiti, che loro odiano ma che sono come le braccia invisibili di una mamma: ti proteggono dal rischio di fare a te stesso troppo male.

E, se posso chiedere un’ultima cosa (concedimelo, Natale viene una volta l’anno): spezza un po’ di pregiudizi sul nostro ruolo, aiuta noi psicologi a prendere spazio nel mondo come strumento di aiuto, come accompagnatori silenziosi nel percorso della vita di chi è in difficoltà.

© DR.SSA ILARIA CADORIN
Psicologa n°9570 Albo Psicologi del Veneto

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