Io sono così, non posso cambiare!

Una delle frasi più ricorrenti che mi sento dire dalle persone nel mio lavoro è: io sono così, iniziando poi l’elenco di una serie di caratteristiche che così le descrivono.

Io sono timido

Io sono nervoso

Io sono ansioso

Io sono un po’ chiuso

Io sono geloso (…)

Potrei andare avanti all’infinito così. Sono tutti quegli aggettivi che usiamo per descrivere la nostra personalità. Aggettivi affiancati dal verbo essere. Difficilmente infatti ci capita di dire: io ho agito in modo timido, nervoso, io ho agito in modo geloso.

Suona male dite? Il fatto è che ogni parola che usiamo per raccontarci, per raccontare la realtà intorno a noi e per raccontare la nostra storia di vita, ha per la nostra mente uno specifico significato. Che non per forza corrisponde al significato letterale della parola stessa. Per esempio: essere timidi è un problema per molte persone nel momento in cui questo loro definirsi così impedisce allo stesso tempo di poter fare ciò che realmente vogliono. Mentre per altri il significato di timidezza è meno invalidante pertanto non costituisce un problema.

Ogni volta che noi ci raccontiamo usando il verbo essere il messaggio che stiamo dando al nostro cervello è: io sono così (da sempre) quindi non posso cambiare. Un po’ come se fosse tutto già scritto nei nostri geni e quindi, per questo, immodificabile.

Questo nostro modo di raccontarci, soprattutto quando ci impedisce di raggiungere i nostri obiettivi, quando ci blocca all’interno di circoli viziosi, quando ci impedisce essenzialmente di stare bene, ci sta ingabbiando.

Dire a noi stessi che siamo fatti così solo perché per tanti anni ci siamo visti e raccontati in questo specifico modo, non ci aiuta. Ci impedisce di poterci conoscere realmente e profondamente, ci impedisce infatti di scoprire altri aspetti di noi, di tirar fuori quel “famoso” e tanto ricercato potenziale insito in ognuno.

Perché dovremmo credere di avere del potenziale (inespresso) dentro di noi?

Essenzialmente perché c’è una sostanziale differenza (scientifica) tra:

  • Temperamento
  • Carattere
  • Personalità

Il temperamento è tutto quello che è effettivamente scritto nella nostra genetica, quello con cui siamo nati e che ci rappresenta: il neonato che dorme poco e piange molto, per esempio.

Il carattere è il risultato delle nostre esperienze, del nostre interazioni con gli altri, degli eventi che caratterizzano la nostra storia e di come li interpretiamo, li rielaboriamo (ovvero, banalizzando, se ne facciamo catastrofi assolute o se, al contrario, ne facciamo esperienza di apprendimento). Non siamo nati quindi con un determinato carattere ma ce lo “forgiamo” ogni giorno.

La personalità infine, diventa il congiunto tra la nostra genetica e le esperienze che facciamo. Come tale quindi non è mai il risultato unico di temperamento e carattere ma è in continua evoluzione.

Per questo, in sostanza, c’è sempre una parte di noi che ancora non è stata messa alla prova, che ancora non abbiamo avuto modo di tirar fuori o che semplicemente non siamo ancora riusciti a valorizzare al meglio.

Il primo passo per voler scoprire chi siamo realmente e far emergere il nostro potenziale inespresso potrebbe essere proprio quello di iniziare ad eliminare dal nostro vocabolario espressioni come: io sono così.

Un percorso di sostegno psicologico ha proprio questo scopo: aiutarci a vederci da più prospettive, scoprendo e valorizzando al meglio ogni nostra risorsa.

 

Vi auguro una buona estate!