I tre sentieri per la felicità

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Cos’è la felicità? Cosa si prova ad essere felici? Essere felici non è facile, è semplice: sono due concetti differenti.

Vediamo insieme i tre sentieri che possono condurci alla felicità:

1) SEGUI LA TUA NATURA
La felicità di ciascuno di noi dipende da una semplice legge:

“ Se sei una rosa non puoi fare il tulipano”

Molte persone stabiliscono a priori la vita che vogliono e ignorano la propria natura. Quando quel che hanno progettato non si realizza si sentono frustrati e rassegnati o, al contrario si ostinano a provare e riprovare combattendo contro lo svolgersi spontaneo delle cose: la vita le porta in una direzione, ma loro si intestardiscono nel voler andare dalla parte opposta per restare all’interno di confini mentali stabiliti a priori. Questo remare contro corrente li sfinisce e li spegne. Ecco allora che la vita si ribella portandoli in luoghi inaspettati perché la felicità deriva dalla realizzazione del nostro essere. È la nostra natura più intima a guidarci in questo percorso e per favorirla occorre liberarsi dai progetti; ci sono persone che sanno fare cose meravigliose, ma le snobbano a favore dell’idea che hanno in testa. Esiste un modo d’essere innato e uno acquisito: se ci si adegua si blocca il cervello, ma se ci sintonizziamo sul nostro lato interno, sull’innato, allora assecondiamo la nostra realizzazione.

2) ALLEATI CON I TUOI DISAGI
I disagi non sono nostri nemici. Scontrarci ed opporci a loro porta inevitabilmente a rafforzarli e a renderli cronici. Il disagio è la cosa migliore che ci possa capitare per cambiare una vita che non funziona: rappresenta la voce interna che ci sprona a guardare il nostro lato in ombra e vuole condurci sul nostro sentiero naturale dal quale ci stiamo allontanando. Non ci fa stare male il disagio in sé, ma l’idea che ci siamo fatti di esso. Occorre quindi cogliere il disagio senza commento e senza giudizio e guardarlo senza l’intervento del pensiero.

“Meno pensi e più vedi”

Questa regola vale per ogni situazione della vita. Se ragioniamo su come mandare via un disagio, lo cronicizziamo. Se riflettiamo su come risolvere un problema, lo complichiamo e restiamo ingabbiati nel nostro tunnel, lontani dalla felicità che arriva invece dall’accoglimento, dall’essere presenti.

3) NIENTE ASPETTATIVE!
Arriva un nuovo amore che non rientra nei soliti canoni, ci facciamo un sacco di domande e finiamo per rovinarlo sul nascere. Ci affidano una diversa mansione lavorativa e andiamo subito in crisi. Il partner ci lascia e non ce ne facciamo una ragione. Gli amici ci escludono da una gita e ci crolla il mondo addosso… Tutti questi casi ci fanno capire che sono le aspettative ad affossarci, ad allontanarci dalla felicità: ogni volta che i nostri piani falliscono, cadiamo nello sconforto o in una sterile lotta per rimediare. Senza aspettative,invece, ogni avvenimento è un regalo, la vita è una continua meraviglia! Siamo infelici perché siamo distratti, non ci accorgiamo di quello che accade. Crearsi delle aspettative precise equivale a limitare le proprie potenzialità in base al proprio modo di pensare, un addomesticare il destino che ci attende.

Ma noi siamo molto di più!

La nostra felicità dipende quindi dalla realizzazione della nostra inclinazione dalla presa d’atto che certe strade imposte dall’esterno o dall’interno, se ci fanno provare malessere, non sono per noi e se siamo attenti ci renderemo conto che tutti gli intoppi che ci sono capitati erano proprio per farci cambiare strada, e non come comunemente si pensa, per ostinarci ancora di più: se qualcosa è nella nostra indole, verrà naturale e spontaneo.

 

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