Inaugurato il Museo dell’Empatia a Londra

Museo dell'Empatia

Nasce il Museo dell’Empatia per “rivoluzionare le relazioni umane” e stimolare un cambiamento sociale. 

È una sfida controcorrente quella intrapresa a Londra da un team di lungimiranti e creativi artisti che hanno voluto sconvolgere l’idea comune che oggi abbiamo del concetto di “relazioni sociali” per restituire quel po’ di sentimento che i rapporti hanno perso. Una vera e propria rivoluzione delle relazioni, che combatte l’egocentrismo sociale e stimola la condivisione, l’ascolto, l’empatia. Viviamo in un mondo che diventa sempre più individualista, dove lentamente l’altro e il suo punto di vista, si eclissano per lasciare spazio ai pregiudizi, alla diversità e ai conflitti.

Sono prevalentemente queste le motivazioni che hanno stimolato la scelta di inaugurare oggi, 4 Settembre, nella capitale inglese il primo Museo dell’Empatia. La prima istallazione è stata intitolata “A mile in my shoes”, dove, in collaborazione con i cittadini a sud della capitale, i passanti potranno scegliere e indossare le scarpe di sconosciuti e con queste passeggiare lungo il Tamigi. Contemporaneamente, tramite delle cuffie che porteranno alle orecchie, potranno ascoltare la storia di vita del proprietario delle scarpe. In questo modo si metteranno nei panni di qualcun altro (metaforicamente e non solo). L’idea è ispirata ad un detto anglosassone che cita “Prima di giudicare una persona, prova a camminare un miglio con le sue scarpe”.

Gli autori danno anche la possibilità di seguire gli eventi del Museo anche a distanza, sul sito web, dove hanno attivato una libreria digitale a disposizione dei visitatori. Importante curiosità, infine, è l’aspetto itinerante del Museo. Una volta dato il via a Londra, si sposterà lentamente come per diffondere una rivoluzione, per dare risonanza ad un concetto tanto profondo e importante quanto ormai dimenticato. “L’empatia è l’antidoto di cui necessitiamo” spiegano i fondatori del Museo “è lo strumento più potente che abbiamo per capire la vita gli altri”. Dobbiamo solo imparare a farne buon uso.