verità e ipocrisie psicologiche sull’incidente aereo

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 LE ALPI FRANCESI DI Andreas Lubitz 

ovvero

Le sciocchezze ipocrite e le ipocrite stupidità che diranno  Psicologi e Psichiatri

e le verità che nessuno vi dirà

Z

 

Una colpa passata determina una pena presente presupponendo gratuitamente la stabilità dell’Io. Questo ha senso per la legge dello stato ed è funzione fondamentale della sua stabilità. Ciò che tuttavia è ovvio per la legge e che noi siamo abituati a dare per scontato non lo è per la scienza e per la psicologia. Applicando questa riflessione all’idea di prevedere nel presente il futuro comportamento di un uomo risulterà più chiaro quanto sia idiota questa prospettiva. L’articolo è una riflessione, che ci risulta nessuno ha finora condotto in questi termini, sul principale tema di discussione che si sta sviluppando sul caso dell’incidente aereo, in quanto si cerca di dimostrare che il comportamento del pilota era prevedibile, e – previsione – si commetterà il tipico errore degli storici, per cui pensando le cose al contrario esse sembreranno determinate, o come ha detto un genio del secolo scorso, che tutti amano citano senza capire:  Lo storico guarda allindietro; finisce anche per credere allindietro (F. Nietzsche)

 

Uno dei concetti più gratuiti della psicologia è il concetto di “io”. Senza dilungarmi, dato che c’è la fila di colleghi pronti a dire tutto e il contrario di tutto gridando la loro vanità professionale, mi limito a ricordare un concetto fondamentale e fondante la società tutta – concetto che evidentemente gli psicologi di turno hanno dimenticato ma senza il quale non esisterebbe, sul pianeta terra, la società umana.

La società punisce oggi una persona per un fatto commesso anche molti anni prima. Questa logica della punizione ha senso per l’ordine sociale ma non ha alcun senso dal punto di vista del funzionamento psicologico.

Io amo una persona, e non ne sono colpevole, io smetto di amarla e non ne sono colpevole.

Un imputato più che spesso finisce in carcere non per quel che è ma per quel che è stato, e che spesso non è più; per quel che ha fatto e mai più rifarebbe. Deve pagare. È giusto. È la legge dello stato.

Quando io faccio pagare oggi per un fatto commesso ieri significa però che il fatto è già avvenuto.

 

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I commenti che sto vedendo in giro invece invitano a sviluppare dei sistemi di previsione e controllo (quelli tanto noti in campo organizzativo-manageriale, sopratutto per i loro limiti e fallimenti operativi) di un sistema che non è organizzativo, non è matematico bensì umano.

Una volta che il lettore abbia compreso la verità che si cela dietro questa riflessione comprenderà la stupidità assoluta, l’idiosincrasia più completa, la più inveterata e pura cazzonaggine distillata,  che si cela dietro l’idea di prevedere, in un dato stato del sistema umano, lo stato non solo immediatamente successivo, ma futuro. L’idea cioè che possa esistere un modo per prevedere, in un dato momento, tutti gli stati futuri di quel sistema umano.

Un buon matematico sa bene che questo è impossibile, ma in matematica e fisica (intendo in quella applicata, non in quella teorica) ci sono dei margini di approssimazione accettabili, che non possono essere applicati all’uomo, essendo l’uomo – mi pare – molto diverso da una serie numerica.

Quando dico che in Psicologia non è possibile parlo, evidentemente, della Psicologia come io la intendo, cioè come “scienza di tutte le scienze”, ergendola ingiustificatamente ad un livello che credo meriterebbe, partendo dall’idea che la Psicologia si occupa dell’uomo, e tutto quanto ha a che fare con l’uomo.

 

nota: Questo livello la psicologia non lo ha però mai raggiunto, non  ha mai saputo meritarlo, non a caso io parlo non di Psicologia ma di  “Psicoluogia“, dove la U aggiunta è quella piccola differenza che fa una grande differenza, indicando la radice LUO, che in greco significa appunto risolvere, sciogliere (ma non fatemi dilungare sulle cose che descrivo nelle pubblicazioni scientifiche e nei manuali, quando cioè scrivo come Zurlo e non come Z, ed anzi scusate questa piccola notazione).

 

L’altra Psicologia, quella delle accademie, quella della mediocrità, si concentra sul prevedere ciò che accadrà alla vita relazionale di un uomo di 40 anni sulla base del suo rapporto con la madre nei primi mesi di vita (si, quando le Università chiedono più soldi per fare più ricerca, intendono nella maggior parte dei casi questo tipo di ricerca, che più che una ricerca è una conferma, una conferma della presunzione, dell’ideologia psicologica, della più stupida mediocrità).

Come stupirsi dunque, se poi ci si aspetta, da questa Psicologia, che mantenga quel genere di promessa che fa da anni senza alcuna vergogna, non riuscendo a dimostrare altro che la propria quasi completa incapacità?

Questa tipo di ricerca asfissiante, della prevedibilità impossibile, porterà – nella migliore e rare delle ipotesi – alla creazione di un grande specchio, nel quale comparirà l’ombra di queste parole:

 

avete fallito,

avete solo immaginato,

è tutta una vostra fantasia,

non riuscirete mai, mai, mai – a prevedere gli uomini.

 

Questo scrive la Z, senza paura, senza sostare le mani, nel giorno del suo trentesimo compleanno, e salutando chi, superando le ombre proiettate dalle montagne dell’ipocrisia, sappia leggere e pensare con cuore e mente aperti