Sprecare tempo: quando e perché

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Siamo costantemente di corsa, sempre alla ricerca di un modo per recuperare il tempo, per arrivare puntuali ad un appuntamento di lavoro, un incontro di piacere. Ci sentiamo sempre in ritardo e di fretta. La nostra percezione è che ci sia sempre tanto da fare e mai abbastanza tempo per farlo. Viviamo nel tentativo perenne di avere più tempo per fare ciò che deve essere fatto e trovare del tempo per rilassarci.
La difficoltà non nasce solo dalla mancanza di tempo; spesso non usiamo efficacemente il tempo a nostra disposizione. Tendiamo ad intralciare noi stessi, a sovraccaricarci di impegni e inevitabilmente ci rallentano, e oltretutto non siamo neanche consapevoli del fatto che lo stiamo facendo.

Sprecare tempo facendo cose che non è necessario fare. Per molte persone sprecare è un “peccato” legato a poca responsabilità verso gli altri, verso il clima, ecc.; questo le fa sentire colpevoli e quindi provare ansia nell’essere giudicate. La prevenzione degli sprechi però implica delle precauzioni ragionevoli ma non sempre riusciremo a prevedere il futuro quindi falliamo e finiamo per affrontare il senso di colpa che abbiamo cercato di evitare. Ipso facto: abbiamo perso tempo.
Questo è solo un esempio di come spesso ci perdiamo in ragionamenti e “contorsioni” mentali che ci tolgono tempo solo per averle avviate. Infatti un’altra tendenza che abbiamo e che ci fa perdere tempo è legata al fatto che cerchiamo di “metterci alla prova”. Per molti è così ma non esiste nessun fondamento reale, o perlomeno non sempre, che metterci alla prova ci farà sentire meglio e più soddisfatti di noi stessi. Dal momento che non sappiamo cosa stiamo cercando di dimostrare e quanto sia sufficiente non sapremo come fermarci quando ci arriveremo. Potrebbe capitare addirittura di superare l’obiettivo e di andare avanti senza rendercene conto. Si tratta di una “sovracompensazione” e produce un’esperienza dolorosa che ci obbliga a fare di più di quanto la realtà della situazione ci richieda portandoci a perdere tempo e faticare di più.

L’idea di dover ricevere attenzione dagli altri è molto comune e provoca in noi la tendenza a voler ricevere queste attenzioni per convalidare il nostro valore come persone ed eliminare i nostri dubbi su noi stessi e la nostra capacità. Ecco, questo implica sprecare tempo. Poiché non abbiamo mai imparato come alleviare il dolore dato dai dubbi su noi stessi, trascorriamo molto tempo cercando di attirare le attenzioni degli altri. Potremmo risparmiare molto tempo se non lo facessimo.

Le lotte di potere, la determinazione della propria identità, del proprio essere per compensare le nostre insicurezze ci portano spesso a voler determinare chi ha torto e chi ha ragione, chi deve fare cosa, chi è superiore all’altro, ecc. Ottenere il controllo nella “vittoria” di una disputa è la sola cosa che ci interessa. Ma quanto ci costa questo in termini di tempo. E soprattutto quanto dolore ci genera subire questa sconfitta. Quindi nel tentativo di mantenere il controllo per non soffrire perdiamo tempo prezioso, senza nemmeno sapere cosa sia il controllo o come esercitarlo in modo sano. Si tratta di un atteggiamento tipico delle personalità ansiose che trascorrono più tempo a pianificare, a pensare come mantenere il controllo ma che alla fine arrivano stremate o peggio ancora, vanno incontro ad attacchi di panico.

La vendetta è un sentimento totalmente sbagliato, per non dire inutile. Pensiamo a quante volte per la sola esigenza di vendicarci abbiamo passato del tempo a pianificare, a pensare come ferire qualcun altro vendicandoci di lui. Ciò oltre a farci perdere tempo genererà un malessere nel nostro interlocutore che probabilmente si vorrà vendicare di noi e questo non farà altro che generare in noi ansia e malessere.

Le capacità risolutive o per meglio dire di problem solving fanno parte degli esseri umani. Tutti ne abbiamo, chi più, chi meno. Ma il nostro passato e le nostre insicurezze ci mettono costantemente in discussione, tanto da scoraggiarci quando non riusciamo a risolvere un problema. Perdiamo tempo a criticare le nostre scarse prestazioni, come se ciò ci aiutasse. In realtà è solo un altro duro colpo alla nostra autostima che perpetua la nostra insicurezza.
Sprecare tempo cercando di prevenire un disastro futuro, come se non portare a termine un lavoro un impegno genererà un grosso problema: “Se non finisco questo rapporto perderò la stima del mio capo”; intanto però ci arrovelliamo per impedire tale previsione ma non potendo prevedere il futuro ci lasciamo andare in pensieri precauzionali non aderenti alla realtà. Stiamo quindi agendo in modo autodistruttivo perché tali pensieri ci provocano ansia che va ad inficiare il nostro lavoro.

Anche quando ci sostituiamo ad altre persone nell’esecuzione dei loro compiti perdiamo tempo oppure assumendoci le responsabilità che dovrebbero assumersi loro stesse per sé. Stiamo soddisfacendo il nostro bisogno di essere necessari, di certo non lo stiamo facendo per loro.

In definitiva anche se spesso immaginiamo di non avere tempo, sentiamo che quello che abbiamo a disposizione è poco, fermiamoci a chiederci quanto in realtà ne stiamo perdendo, magari aspettando il momento perfetto per agire. Ma il momento perfetto non arriva mai e ci troviamo a fare e rifare scelte che potrebbero non essere quelle “giuste” limitandoci solo a procrastinare le nostre decisioni.

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta