Il rischio di dare per scontate le cose non dette

La comunicazione è costituita da elementi espliciti ed elementi impliciti. In ogni discorso alcune cose sono dette apertamente mentre altre sono lasciate nel sottinteso. La scelta degli elementi da sottintendere è dettata dalla sensibilità di chi parla e dalla sua opinione dell’altro.

Facciamo un esempio, io, psicologo, parlo con un mio amico che studia ingegneria di problemi di una nostra amica in comune. Non vogliamo risolvere la situazione, ci limitiamo a esprimere il nostro parere.

Durante il nostro discutere, ogni volta che utilizzo un termine preso in prestito dalla materia che studio, cercherò di spiegarlo al mio amico, perché immagino che avendo fatto altri studi non ne conosca il significato preciso. Altre volte cercherò di utilizzare vocaboli che appartengono al linguaggio comune, ma di significato simile ai lemmi più tecnici. Forse sarò meno preciso, ma tenuto conto del mio interlocutore e degli obiettivi del discorso è la cosa giusta da fare.

In generale nelle cose che dico, ci saranno delle cose che spiego e altre che do per scontate.

Cosa succede quando do qualcosa per scontato.

Quello che non dico, o che lascio parzialmente ambiguo porta il mio interlocutore a speculare su cosa significhi.

Da un lato questa dinamica è inevitabile. Dall’altro può essere addirittura voluta. Pensiamo ad esempio alla religione, è basata su dogmi sufficientemente primitivi per essere alla portata della massa pur conservando un’ambiguità sufficiente per sedurre le menti più acute. È proprio l’ambiguità dei non detti e del non spiegato a rendere la religione interessante.

Quando il mio interlocutore non capisce è costretto a immaginare. L’uomo recupera con la sua intelligenza lo scarto tra il detto e il non detto.

Il problema nasce quando non ci rendiamo conto di essere ambigui.

Se so quello che sto facendo posso usare il non detto e l’ambiguità a mio vantaggio, come nell’esempio della religione. Ma può capitare che io non sia preciso nell’esposizione, per puro errore.

In quel caso rischio di pensare a ciò che ho detto in modo di verso da come ci pensa la persone a cui l’ho detto. Il mio esprimermi in modo impreciso crea due mondi differenti. Il risultato dell’incontro tra due mondi inconciliabili è l’attrito.

È esattamente quello che avviane nelle coppie quando uno dei due innamorati dà per scontato che l’altro debba anticipare i suoi bisogni. Non è mai così. O chiedi che ti venga dato qualcosa, o non hai il diritto di reclamare se questa cosa desiderata non arriva.

Con questo non voglio dire che in una storia d’amore non debbano esistere le sorprese, anzi. Una delle cose più belle che ci può capitare è un regalo inaspettato in un momento inaspettato. Però dobbiamo tenere sempre a mente che si tratta di un’eccezione alla normale comunicazione.

Nella vita di tutti i giorni, più siamo chiari con le altre persone e meno sorprese avremo.

Perché è vero che le sorprese spesso sono piacevoli, ma è anche vero che a volte sorprese è meglio non averne.