La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale nell’adolescenza

La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale nell’adolescenza
Foto del fotografo italiano Max Cavallari. Progetto “Loneliness”

La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale nell’adolescenza e la prevenzione dei comportamenti a rischio

Psicoterapia per adulti e bambini e Psicoterapia Cognitivo Comportamentale nell’adolescenza

La rivoluzione tecnologica, la crisi economica e una società in continuo cambiamento aprono scenari e impongono nuove riflessioni nel mondo della Psicoterapia Cognitivo Comportamentale nell’adolescenza e per i terapeuti che lavorano con il mondo dei giovani. Cambiano le strategie preventive e le modalità per creare un’alleanza terapeutica e motivazione al trattamento.

Flessibilità e capacità di comprensione del contesto di vita dei nostri clienti diventano ancora di più sensibilità indispensabili per un buon lavoro psicoterapico.
Tipicamente si tende a creare una linea di discrimine fra due grandi settori di interesse della psicologia: il lavoro con gli adulti e quello con i bambini.

Adolescenza e contesto

C’è invece un’altra età peculiare che sempre più prepotentemente richiede attenzione e che negli ultimi anni ha subito una vera e propria rivoluzione: l’adolescenza.
Questa età di mezzo, quasi sconosciuta all’epoca di Freud, oggi fa da cappello a un lungo periodo della nostra vita che va dai 12 anni circa (inizio dello sviluppo sessuale) fino alla soglia dei 25 anni (con la fine dello sviluppo del nostro sistema nervoso).
Un periodo, dunque, delimitato convenzionalmente da due momenti “biologici”, ma in realtà circoscritto da cambiamenti sociali.

Nella società prevalentemente rurale dell’inizio del secolo scorso, si era bambini fino al momento in cui non si veniva considerati pronti per l’attività lavorativa. L’adolescenza in qualche modo non esisteva. Anche nelle società tribali il passaggio dall’età infantile a quella adulta avveniva con un rito di passaggio e non con un lungo percorso di avvicinamento.

Le 3 caratteristiche principali della fase adolescenziale

Oggi le cose sono profondamente cambiate. L’indipendenza economica e la lunga fase di formazione attraverso lo studio fanno sì che i giovani posticipino sempre di più l’inserimento nel mondo lavorativo e più in generale l’incontro con l’autonomia del mondo adulto. Nonostante ciò la sfida dell’adolescenza rimane quella di uscire dal ruolo di figlio, nel quale i genitori sono l’unico riferimento dell’orizzonte temporale e incontrare il gruppo dei pari cambiando il proprio status.
I prepotenti cambiamenti fisici e l’incontro con la sessualità accompagnano questo percorso. Crescere rimane una sfida complessa, non priva di insidie.

Tre le caratteristiche che meglio descrivono questa fase:

  • I conflitti con i genitori.
  • I rapidi cambiamenti d’umore.
  • Sperimentazione di comportamenti a rischio.

Ribellione: quando è normale e quando è patologica?

Lo Psicoterapeuta, ma anche il genitore, che lavora con questa fascia d’età deve saper discriminare fra una normale (anche se difficile) fase evolutiva, o il segnale di una qualche forma di disagio.
In questa lunga terra di mezzo la rivoluzione relazionale deve cambiare nel professionista, modalità di lettura anche di alcune sintomatologie.
Crisi d’ira, abbassamenti del tono dell’umore, isolamento sono spesso la risposta normale ai nuovi bisogni di affiliazione e autonomia e non i sintomi di una psicopatologia.

Se da un lato il giovane deve fare i conti con un fisico e un ruolo che sta cambiando, dall’altro ha bisogno di essere aiutato ad amplificare le competenze critiche per leggere e comprendere i messaggi che riceve. La fragilità evolutiva di questa fase viene intercettata commercialmente con la promessa del successo.
Accade così che l’ultimo smartphone non sia solo un cellulare, ma un segnale di forza, o che pubblicità sempre più aggressive suggeriscano l’alcol o il gioco d’azzardo come nuovi lubrificanti sociali, resi accattivanti da testimonial e pubblicità di successo.

Adolescenza e nuove tecnologie

Anche alcune consuetudini relazionali si sono modificate con l’avvento delle nuove (ormai vecchie) tecnologie aumentando il divario con le vecchie generazioni e con esso un vuoto di riferimenti in cui non è sempre facile orientarsi.

“La quotidianità della rete” e la possibilità di essere sempre connessi con il proprio smartphone stanno cambiando il modo in cui i giovani parlano, si innamorano, organizzano momenti piacevoli, discutono della scuola e della loro vita.
Non una generazione di soggetti dipendenti dal cellulare, ma i primi ragazzi nati letteralmente con un tablet in mano. Oggi passare molte ore della giornate online a guardare video su YouTube, a chattare con gli amici, o a giocare in rete ai videogiochi sta diventando una nuova normalità e non il segnale di una dipendenza.
Sta al clinico l’abilità di discriminare, ed è questo uno dei punti saldi della Psicoterapia Cognitivo Comportamentale nell’adolescenza.

Comportamenti a rischio dell’adolescenza

Nuove insidie e vecchi pericoli per questa età, tra i quali possiamo sintetizzare:

  • L’utilizzo di sostanze psicoattive, solitamente usate come lubrificanti sociali o mediatori
  • Difficoltà relazionali accompagnate spesso da sintomatologia ansioso-depressiva;
  • Un approccio “prestazionale” con il mondo della sessualità, che eccessiva esposizione alla pornografia avvicina sempre più a un performance piuttosto che a un momento di incontro e affettività;
  • La violenza fra giovanissimi e con essa il fenomeno del bullismo e del Cyberbullismo.
  • Un’induzione al consumo con strumenti pubblicitari sempre più efficaci.
  • Una bulimia informativa, ma un’assenza di verifica delle fonti. Nell’epoca informatica l’accesso all’informazione è diventato semplicissimo, mentre la verifica della veridicità di ciò che troviamo in rete non è una competenza diffusa.
  • Il rischio di incidenti stradali fortunatamente in calo ma ancora la prima causa di morte in Europa sotto i 30 anni.

La psicoterapia cognitivo comportamentale nell’adolescenza

Questo e molte altre sfide implicano un lavoro anche in ambulatorio che sappia capire il contesto e sociale e biologico del giovane. I suoi cambiamenti fisici si affiancano ai cambiamenti di ruolo in una società profondamente mutata.
La gravità, la rilevanza di alcune manifestazioni psichiche che in altre fasce d’età potrebbero sottendere sindromi cliniche, in questa possono essere normali momenti di un difficile percorso.
Non solo quindi categorie diagnostiche, ma una competenza di contesto come strumento per discriminare tra la necessità di un intervento e un normale passo evolutivo.

Dott. Emanuele Palagi

La prevenzione: il tema dell’Open Day del Miller di Firenze

Proprio l’importanza di affinare questa competenza, i cambiamenti indotti dalle nuove tecnologie e gli strumenti pratici di intervento in questa fascia d’età sono fra i temi in programma nella speciale lezione “La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale nell’adolescenza e la prevenzione dei comportamenti a rischio” che farà da cappello introduttivo all’Open Day dell’Istituto Miller di Firenze, in cui sarà presentato il Corso di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale della scuola.
L’incontro, gratuito previa iscrizione online sul sito del Miller, si terrà venerdì 1 luglio dalle ore 14 in poi, mentre nella mattinata si svolgeranno alcuni colloqui di ammissione.

L’argomento delle addiction è anche il fulcro del Master sulle Nuove Dipendenze e TCC dell’Istituto Miller, master con taglio molto pratico e volto all’approccio psicoterapico cognitivo comportamentale.

A questa pagina, invece, i prossimi eventi e workshop, mentre in questa i prossimi corsi di neuropsicologia clinica, tutti firmati Miller e tutti con rilascio dei crediti ECM.