PSICOSOMATICA: IL BERSAGLIO UROGENITALE MASCHILE

 

Nell’articolo precedente (reperibile qui: goo.gl/W0yZns) ci siamo occupati del Bersaglio Urogenitale Femminile come mezzo attraverso il quale la mente può scegliere di esprimere il proprio stato di sofferenza.

Nell’articolo che segue ci concentreremo invece su un altro “bersaglio” attraverso il quale vengono veicolati disagi e malesseri psichici: il bersaglio Urogenitale Maschile.
Spesso esso assume una sintomatologia psicosomatica legata a culture e pregiudizi soprattutto occidentali che caratterizzano la virilità dell’individuo (ci riferiamo alle caratteristiche del pene come: grandezza, tumescenza, forma, ecc.) il tutto caricato di simbolismi e proiezioni.
L’ansia generata da paure relative alla morfologia del pene (arrossamenti, asimmetrie, striature, gonfiori) spesso può essere solo l’effetto di un sistema urovescicale che non viene lasciato tranquillo e la cui contrazione induce ad un ipertono.
Un sistema sensibile come quello urogenitale ed altamente vulnerabile, tanto più caricato di profondi significati simbolici, come già detto, fornisce un terreno fertile per una vasta gamma di sintomi nevrotici e psicosomatici. Atteggiamenti ansiosi ed ansiogeni legati a forme di colite che innescano problemi di minzione che a loro volta limitano l’autonomia di movimento legata al timore di non avere comodità logistiche per mingere comodamente (questo problema è condiviso anche dalle donne).

Un altro spauracchio legato al sistema urogenitale maschile è l’impotenza che assume un’importanza piramidale, tanto che a cascata porta con sé problemi organici e psicologici. Ciò perché si va ad intaccare quel senso di virilità, dell’essere uomo legato a caratteristiche del nostro costume e della nostra mentalità. Purtroppo manca la consapevolezza che il comportamento sessuale è un connotato naturale ed individuale e come tale non va assoggettato a voti o caratteristiche comuni.

Infatti la sessualità ha un ruolo molto importante nell’economia psichica dell’individuo, pertanto ha un ruolo soggettivo è strettamente legato alle caratteristiche personologiche. Se non si tiene in considerazione ciò, l’armonia e l’equilibrio dell’individuo vengono intaccate da profonde paure inconsce legate proprio all’impotenza riconosciuta dalla psicodinamica come tabù di fronte alla quale difendersi. Timori legati a castrazione ed evirazione raccontati a noi fin da bambini rappresentano un terreno fertile su cui si sviluppano personalità insicure, timide, perfezioniste e con forti incapacità di relazionarsi con le donne le quali, infine, vengono demonizzate perché mai all’altezza delle proprie esigenze ed aspettative. Tutto ciò nasce dall’incapacità di avventurarsi in un’esperienza che alcuni uomini temono; una sorta di formazione reattiva che porta ad odiare qualcosa di cui si ha paura o con cui non ci si riesce a rapportare.

Secondo i dettami della psicoanalisi forte, in questi soggetti, è un profondo attaccamento alla figura materna. Ma valutando attentamente la cosa viene da chiedersi quanto in realtà questo attaccamento non sia l’effetto invece che la causa. Come a dire: l’attaccamento eccessivo è stato favorito da una madre esageratamente protettiva ed apprensiva che non ha permesso l’espressione sana di una personalità che potesse anche sbagliare ed imparare dai propri errori.
Problemi legati all’impotenza si riversano, ad un altro livello, sulla coppia. Anche in questo caso non è totalmente chiaro se l’impotenza sia la causa o l’effetto delle criticità della coppia. Ma risulta chiaro che in coppie unite e spente, mal motivate negli affetti, non vengono favoriti sicuramente curiosità e desiderio.
Tra le due situazioni di insicurezza e mancanza di desiderio si sviluppa la tendenza al nomadismo sessuale, inteso come la necessità, di molti di provare e riprovare cambiando partner sessuali per avere delle conferme, senza rendersi conto di collezionare fallimenti e frustrazioni. È chiaro che l’errore sta nel “provare per vedere” se c’è voglia o desiderio, mentre sarebbe più funzionale avere voglia e desiderio per provare e sperimentarsi.

Le caratteristiche del nevrotico che si esplicano nel provare costantemente ciò che sa andrà male si riversano in una coppia che nasce già svantaggiata. È il caso della scelta di una partner insicura, timida, infantile, con la quale non potrà nascere che una sessualità immatura e quindi non soddisfacente. In una coppia in cui l’uomo è infantile e la donna passiva il tutto si giocherà sul piano del conformismo, della gentilezza, della tenerezza ma sarà anche altrettanto fragile e provvisorio. Infatti chiunque dei due cercherà di uscire da queste dinamiche verrà percepito come un traditore, provocando nell’altro un cortocircuito emotivo e regressivo.
Un’identità globale già malintesa si va ad innestare su un contesto educativo culturale inadeguato fatto di conformismo sessuale e virilità praticata ed esibita che giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo psicosessuale dell’individuo.
A conti fatti quindi l’impotenza è caratterizzata da un percorso di crescita incerto ed immaturo al quale essa si va a sommare, portando a silenzi relazionali, sfumature depressive ed aggressività.

BIBLIOGRAFIA:
Dinelli U., (2005), Siamo tutti psicosomatici? L’astuzia della mente sulle ingenuità del corpo, Marsilio, Venezia

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta