PSICOSOMATICA: IL BERSAGLIO UROGENITALE FEMMINILE

Nell’articolo precedente (reperibile qui: goo.gl/JQ5wgz) abbiamo parlato del Bersaglio Endocrinologico, cercando di capire come la scelta di questo rappresenti uno dei disturbi psicosomatici più conosciuti.

Nell’articolo che segue ci occuperemo invece del Bersaglio Urogenitale femminile come mezzo attraverso il quale la mente può scegliere di esprimere il proprio stato di sofferenza.
La donna è diversa dall’uomo: nel suo modo di essere, di vivere, di esprimere ed esperire le proprie emozioni essa rappresenta una variabile che la caratterizza come “altra”. La tipicità della donna come depositaria della specie fa sì che essa sia caratterizzata non solo dalla differenza d’organo ma da tante altre diversità. Ma è proprio la differenza dell’organo urogenitale che ne definisce alcuni comportamenti. Le mestruazioni sono pervase ad esempio da una forte componente psicosomatica determinata da fastidi, dolore, cefalea, nervosismo, depressione, irritabilità. In un periodo in cui ella stessa non si riconosce proprio a causa dei cambiamenti morali, sperimenta il proprio corpo come un laboratorio ormonale che ne influenza profondamente comportamenti e stati d’animo.

L’evoluzione della specie avvenuta con regole rigide fa sì che dopo circa trentacinque anni di sofferenza (che a cadenza mensile si ripropongono) dalla pubertà alla menopausa (e che vengono accettate solo per l’amore, la maternità, la continuazione della specie) tutto finisce. La forte relazione tra apparato genitale e manifestazioni psichiche è ampiamente riconosciuta e si basa su risposte biologiche ed emotive. L’andamento endocrino sessuale nella donna produce alterazioni e perturbazioni psichiche lungo l’intero arco della vita. La comparsa del menarca porta con sé profondi sconvolgimenti sia fisici che psichici i quali inevitabilmente daranno vita a paure e posizioni psicologiche legate anche alla crescita ed alle aspettative della donna in quanto tale. In questo scenario caratterizzato da uno stretto rapporto tra biologico e psichico si innesta spesso, ma non sempre, il disagio femminile. La maturazione sessuale è infatti per la donna un processo complesso ricco di influenze sociali, morali, affettive, emozionali che devono necessariamente essere passate e superate. L’incombenza della gravidanza e la consapevolezza che dall’altro lato ci possa essere un amore non come lo si vorrebbe sperimentare, generano nella donna continui cambiamenti di stati d’animo e stati emotivi sempre nuovi che la portano a barcamenarsi tra turbamento e serenità.

La maternità viene ad essere spesso legata ad un istinto materno che può essere condizionato dalla società e non spontaneamente esperito, spalancando le porte a tensioni e conflittualità. Così come le aspettative di una società in continuo mutamento possono fortemente agire su caratteristiche ritenute connaturate alla femminilità. Nessuno può costringere la donna a sentirsi a tutti i costi materna ma a causa di un condizionamento, caratteristico di alcune classi sociali e culturali, molte donne sono portate a conformarsi ad un modo di essere ed adottarlo come proprio. La maternità diviene della donna solo quando è una scelta libera e responsabile, altrimenti essa è dell’apparato socioculturale.
Alla fine di tutto, il silenzioso sopraggiungere della menopausa porta la donna a fare i conti con il tempo che scorre, la mette a nudo e le fa scoprire l’ambivalenza della femminilità. La sfera psicosomatica femminile è strettamente influenzata da ciò che la donna è costretta a rappresentare secondo i canoni sociali di bellezza, accudimento, altruismo ed in alcune culture, devozione e prostrazione nei confronti dell’uomo.
Ma tornando a ciò che caratterizza la femminilità in termini biologici e quindi parlando delle mestruazioni, tutte le donne sanno come un appuntamento mensile influenza profondamente lo status fisico e psichico. Cefalea, dolori addominali, vertigini, stanchezza, irritabilità, difficoltà nel sonno, senso di insoddisfazione. Tutte caratteristiche che pongono una donna a mettersi in discussione, a porsi delle domande su chi è, a non riconoscersi. Il risultato è quello di un turbamento profondo, di malessere e tristezza, di vulnerabilità che spesso si manifestano col pianto. Questi sentimenti si innestano su disagi psicologici più o meno sopiti o presenti ed ecco che l’insonnia si riaccende, il dato depressivo si complica, l’ansia si aggrava, ecc.

Alcuni tratti psicopatologici si acuiscono durante il periodo mestruale a dimostrazione, come si è detto, di uno stretto legame tra disturbi del ciclo e disturbi emozionali, Il tutto mediato da ormoni e neurotrasmettitori. Chiaramente anche l’assenza di mestruazioni protratta per lungo tempo può essere indicativa di un malessere a livello psichico. Spesso solo una visione critica del momento, categorizzandolo come episodico e transitorio, può rendere gestibile e superabile tutto ciò.
Tensioni psichiche e/o problematiche fisiche possono portare a sterilità se cronicizzate. Ma con la modificazione di stati d’ansia e depressione numerosi episodi di gravidanze ci portano a dire che la sterilità della donna quando non sia di origine organica è strettamente legata all’economia psichica della stessa. È indicativo il caso di donne che restano incinte dopo aver adottato un bambino.

È necessario, in conclusione, che la donna conosca il proprio corpo in modo approfondito e ne recepisca i propri stati attraverso l’attenzione alla fisiologia, all’anatomia, alle caratteristiche sessuali affinché le possa venire più facile governare i transiti legati alla vita maturativa e sessuale. Pregiudizi ed influenze sociali spesso schermano la realtà dei problemi e non ne favoriscono comprensione e soluzione.

BIBLIOGRAFIA:
Dinelli U., (2005), Siamo tutti psicosomatici? L’astuzia della mente sulle ingenuità del corpo, Marsilio, Venezia

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta

 

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