IL POLLASTRO INDUTTIVISTA

FRANCESCO M ZURLO PSICOLOGO

ovvero Come gli uomini costruiscono il mondo

Z

C’è una cosa che, con grande stupore e dissenso delle mamme di tutto il mondo, tutti gli esseri umani compiono, ogni istante.

Prendiamo le cose e le mettiamo in ordine.

Proprio così. Non mi riferisco a rifare il letto o ai libri sulla mia scrivania, alle cartacce ovunque, ai calzini o al desktop che ogni tanto sentiamo l’esigenza di rendere minimale (vivendo quel piacere zen destinato a non durare nel tempo).

Mi riferisco alla realtà. Tutti ci costruiamo una visione del mondo, uniforme e controllabile, e tutte le nostre visioni del mondo (senza escludere quella dello psicotico o del nevrotico) rappresentano un equilibrio che la nostra mente ed il nostro organismo hanno più o meno faticosamente costruito. Noi siamo quel tipo di macchina animale che dal flusso infuocato e magmatico degli eventi del reale trae una linea, e se non la trova la disegna, la pennella, la colora, la inventa, così da poter dire, in seguito, di averla trovata.

In questo modo diamo senso a tutto, tutto quanto ci succede, dentro e fuori di noi.

Il fatto, poi, che ci attendiamo che le persone – che abbiamo incasellato nelle nostre visioni – e il mondo – che abbiamo inserito in un sistema tutto nostro – si comportino in modo diverso da come ci aspetteremmo è un problema che ha creato disagio all’uomo fin dall’inizio dei tempi, più o meno prima che l’uomo, vendendo il fulmine e bisognoso di individuarne l’agente, disse: ecco, è Zeus che scaglia il fulmine.

ZURLO CONSULTING - Psicoterapia Francesco M Zurlo Psicologia ProtibitaContemporaneamente a questo processo è nata la Psicologia, e la piega che essa ha preso vorrebbe che l’uomo diventasse consapevole del fatto che è lui a costruirsi immagini del mondo e delle persone, e poi a imporle ad esse, diventando talmente auto-cosciente dei suoi processi da risultare come un televisore che invece di mostrare la vostra serie tv preferita mostri i suoi meccanismi interni ed il loro funzionamento. Noi diremmo, non a torto, che un televisore così ridotto semplicemente non funziona, perché non fa quello che deve fare.

L’idea di diventare completamente consapevoli di questi processi, con buona pace di molta psicologia, è infatti un’altra chimera: null’altro che un’altra costruzione della realtà, peraltro disfunzionale – in quanto viola i principi del corretto funzionamento di qualsiasi organismo animale e umano (nella nostra vanità spesso dimentichiamo di essere mammiferi). Infatti tutti gli organismi funzionano in modo “economico”, portando cioè fuori dal controllo cosciente tutto ciò che appare conveniente portare al di fuori del controllo cosciente, come respirare o anche idee complesse.

gregory bateson francesco zurlo psicologia

Gregory Bateson direbbe che il significato della proposizione “il cervo è la mia preda” è qualcosa che la tigre può benissimo portare al di fuori del controllo cosciente perché è sempre vera (le implicazioni di questa apparentemente innocente questione sono per me tanto degne di attenzione che ho concentrato molte delle mie prime pubblicazioni scientifiche sull’analisi di questi processi nell’uomo). Come uomini lottiamo tra Scilla e Cariddi: non possiamo (né sarebbe conveniente) prendere il controllo cosciente di tutto (la psicologia soffre molto i postumi della sbornia della coscienza, dimenticando che la coscienza è solo un aspetto dell’essere umano) ma non possiamo nemmeno negare che un uomo è abbastanza diverso da una qualsiasi tigre.

Concludo, come sempre senza pretendere di mettere il punto dove non andrebbe messo, ricordando quanto possa diventare pericolosa l’idea che noi stessi, gli altri e il mondo funzionino secondo dei criteri di uniformità che abbiamo inventato, e vivere senza mai metterli in dubbio, fino a lasciarci le penne (come quando finiamo per dare per scontato che viviamo in un mondo in cui la nostra dolce metà ci ama ed amerà per sempre, finchè non veniamo lasciati – perché non c’è nulla di più disfunzionale che dare per scontato l’amore di un’altra persona).

Per questo la nostra cieca confidenza in una uniformità della realtà che dimentichiamo avere inventato può diventare la porta di ingresso per i più curiosi disastri nella nostra vita.

Parafrasando Karl Popper:

C’era un tacchino. Ogni mattina. Alle 9:00 in punto un uomo portava del cibo al tacchino. Il tacchino osservò, scientificamente, che ciò avveniva ogni giorno della settimana, indipendentemente da qualsiasi altra considerazione. Così il tacchino costruì una visione del mondo per cui “alla 9:00 del mattino mi daranno sempre cibo”. Alla vigilia di natale, tuttavia, la visione del mondo del tacchino si rivelò fallimentare, ed egli divenne il pasto dei commensali di colui che lo aveva ingrassato.

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Osserva elegantemente Bertrand Russell (che è il padre di questa immagine, ripresa da Popper solo successivamente):

l’uomo da cui il pollo ha ricevuto il cibo per ogni giorno della propria vita gli tirerà alla fine il collo, dimostrando che un’idea meno primitiva dell’uniformità della natura sarebbe stata utile all’animale

Pertanto, che dire? Se non: cerchiamo di non fare la fine del Pollo

La Z

Francesco M Zurlo seminar

Note:

  – Ci scusiamo con : televisori rotti; tutti i polli del mondo; tutti i lettori che continuano a seguire la Z sperando di avere risposte finte-facili e questioni vere- complesse.