Perdonare per evitare il logoramento personale

Prima di tutto dobbiamo fare una distinzione, felicità e serenità non sono la stessa cosa.

La felicità è una momentanea sospensione della realtà. Durante questa pausa tutto sembra magnifico. La gioia esplode, ci sentiamo più belli, più forti e più positivi. Può durare qualche ora, ma di solito dura attimi. Dopo la realtà ritorna sempre. Quando non ritorna allora non siamo felici, stiamo vivendo un pericoloso episodio maniacale.

La serenità invece è reale e duratura. Quando le cose della vita sono in ordine allora siamo sereni. Si possono affrontare con serenità anche i problemi. Sarebbe impossibile invece affrontare i problemi con felicità. Rischieremmo di fare molti danni a noi e anche agli altri.

Il massimo a cui dobbiamo aspirare nella vita è la serenità, intervallata da fulgidi momenti di felicità.

 

Il rancore è nemico della serenità

Quando qualcuno ferisce i nostri sentimenti, proviamo verso di lui delle emozioni molto spiacevoli.

Pensate al vostro compagno che vi mente.

Pensate a un amico con il quale litigate.

Pensate a un collega o al capo che vi tratta male.

Tutte queste situazioni, se non vengono affrontate e risolte portano a rimuginare sull’accaduto. Ogni volta che i pensieri tornano sul momento della rottura l’umore si rovina. Una ferita reale difficilmente si risolve solo riflettendoci. Quasi sempre è necessario agire per aggiustare le cose.

Il circolo vizioso del rancore

Continuiamo a pensare ai litigi non risolti, in questo modo rinnoviamo il dolore. In principio soffriamo per il fatto concreto. Poi, se lasciamo passare del tempo senza sistemare la situazione, soffriremo per il dolore che ripensare a quel fatto ci procura. Si crea così un circolo vizioso di cui la causa scatenante è il rancore.

Il problema principale di questo circolo vizioso è che può crescere fino a distruggere la nostra serenità.

 

Perdonare per evitare il logoramento personale

L’unica cosa da fare per stare meglio è perdonare.

Cerchiamo, dunque, di mettere in pratica alcune delle seguenti strategie per rendere più semplice il cammino del perdono:

  • Perdonare non vuol dire dimenticare, è imparare a pensare meglio, comprendendo che non siamo obbligati a riconciliarci, ma ad accettare ciò che è stato, senza sentirci “deboli” per questo. Perdonare è liberarsi di molti pesi che non meritiamo di sopportare per tutta la vita.
  • Odiare ci sottrae le energie, l’entusiasmo e la speranza. Dobbiamo imparare a perdonare per sopravvivere, per vivere con più dignità.
  • La scrittura terapeutica, ad esempio avere un diario, ci può essere d’aiuto.
  • Dobbiamo comprendere che il tempo di per sé non aiuta. Lasciar passare i giorni, i mesi e gli anni non ci farà smettere di odiare e non ci farà dimenticare l’accaduto. Non lasciamo al domani il fastidio che proviamo oggi.
  • Il perdono è un processo. Questa è un’altra cosa che dobbiamo capire. Forse non riusciamo a perdonare del tutto l’altra persona, ma possiamo scaricare buona parte del risentimento per poter così “respirare” un po’ meglio.

Come abbiamo visto, l’ambito della psicologia del perdono è molto ampio e ha, a sua volta, una relazione molto stretta con la salute e il benessere. È una disciplina che ci offre fantastiche strategie che è possibile applicare a qualsiasi ambito della nostra vita, del nostro lavoro e delle nostre relazioni quotidiane. Perdonare è, dunque, una delle abilità e delle virtù migliori da sviluppare come esseri umani.

 

Bibliografia

Rizzi, R. (2007). Itinerari del rancore. Dal ri-sentimento alla malattia. Torino:Bollati Boringhieri.

Worthington, T. y Williams, David R. (2015). Forgiveness and health: Scientific evidence and theories relating forgiveness to better health. New York/London: Springer.

Enright, R.D., & Fitzgibbons, R. (2015). 9 Forgiveness Therapy. Amer Psychological

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