Love Addiction: una nuova dipendenza.

Love-Addiction-rty811Le nuove dipendenze non sono legate all’uso o all’abuso di sostanze, come per esempio nella tossicodipendenza, ma piuttosto a comportamenti e a relazioni disfunzionali e problematiche nei confronti di persone, oggetti, stili di vita, stili relazionali e rapporto con la realtà.

Sebbene non esistano attualmente dei criteri diagnostici codificati, possiamo circoscrivere la fenomenologia del Love Addiction (dipendenza affettiva) con una serie di comportamenti:

– intensa euforia durante l’inizio della relazione e desiderio sfrenato della presenza della persona amata;

– umore depresso, irritabilità, ansia e rabbia, apatia e senso di vuoto quando subentra la separazione;

– pensieri ossessivi e attenzione quasi totalmente focalizzata sulla persona amata;

Si osserva, inoltre, sul piano cognitivo, emotivo e comportamentale, che questo tipo di dipendenza è caratterizzata dalla ricerca costante di figure protettive, accudenti e incoraggianti, con cui stabilire e mantenere un legame significativo e stabile nel tempo. Infatti, il dipendente nutre un intenso bisogno di protezione, legato a una profonda insicurezza nelle proprie capacità e risorse. Inoltre, è profondamente convinto che la propria felicità dipenda completamente dalla vicinanza a un partner e pertanto mette in atto frequenti comportamenti remissivi e adesivi.

Il timore esagerato di rifiuto e l’estrema ansia con cui viene vissuta la possibilità della rottura del legame affettivo, rendono la persona accondiscendente, anche quando sperimenta emozioni di ansia e risentimento, tanto da sottomettersi al controllo e al potere altrui pur di sentirsi accettata.

Si può ipotizzare che in questi soggetti vi sia una difficoltà nell’identificare, in modo consapevole, i propri desideri e obiettivi, arrivando anche a modificare per l’altro i propri gusti culinari, sportivi, estetici e persino le norme morali.

I CICLI INTERPERSONALI DISFUNZIONALI IN ATTO NELLA DIPENDENZA AFFETTIVA

In generale, i dipendenti coltivano relazioni con persone che soddisfano i loro bisogni e con cui instaurano delle modalità relazionali molto simili tra di loro. Infatti, spesso la persona ha la sensazione di ricadere, più e più volte, in situazioni sostanzialmente simili, spiacevoli, frustranti o rischiose. La persona dipendente è assolutamente inconsapevole del proprio ruolo attivo nel determinare gli eventi che la colpiscono, anzi si sente vittima del destino e perseguitata dalla cattiva sorte.

Possiamo osservare dei veri e propri cicli interpersonali viziosi all’interno della coppia, che non fanno altro che perpetuare e rinforzare il disturbo e la dipendenza affettiva. Nel Love Addiction si osservano solitamente tre prototipi di cicli interpersonali disfunzionali:

  • Il ciclo oblativo: in cui il partner viene idealizzato, soddisfatto, e spesso i suoi bisogni vengono previsti amabilmente, al fine di ricevere in cambio attenzioni. L’altro si sente idealizzato e adotta il ruolo di guida, conseguentemente il soggetto dipendente sviluppa un’immagine di sé positiva, forte e adeguata. Al contrario, nel caso in cui l’altro non dà l’attenzione desiderata, il soggetto entra in uno stato di paura, minaccia e vuoto terrifico che porta a vissuti di intensa ansia e angoscia. Il dipendente nutre dei sentimenti di rabbia legati alla frustrazione, ma questi vengono repressi e soffocati al fine di poter continuare a compiacere l’altro, temendone il possibile abbandono.
  • Il ciclo sadomasochista: le attenzioni che il dipendente riversa sull’altro rendono il partner incapace di comprendere il limite oltre il quale le richieste sono eccessive. Un’espressione tipica utilizzata dai dipendenti è “non ti preoccupare… mi fa piacere farlo!”, alimentando così nell’altro l’idea che può continuare a essere richiedente. Quando, però, la relazione si basa esclusivamente sul dominio e sul potere, può accadere che il soggetto dipendente si ribelli, scatenando nel partner una reazione di risentimento, fino ad arrivare a comportamenti francamente maltrattanti. Di fronte a ciò il dipendente anticipa mentalmente la rottura della relazione e sperimenta un senso terrifico di vuoto, che lo porta a mettere in atto una strategia di riappacificazione, ovvero i soliti comportamenti remissivi. Il dipendente non è, quindi, in grado di vedere i maltrattamenti del partner, che vengono giustificati come dovuti a una propria condotta esagerata o sbagliata.
  • Il ciclo caotico-disregolato: questo ciclo si attiva con personalità dipendenti che hanno una scarsa capacità di comprensione della mente altrui e il bisogno continuo e costante di consigli e rassicurazioni. Il partner è, quindi, intrappolato in estenuanti ed ossessivi rituali di rassicurazione, ciò lo può portare ad oscillare tra momenti in cui è rassicurante e dimostra il proprio affetto, a momenti in cui tenta di distanziarsi e allontanarsi dalle pressanti richieste, poiché stanco ed esausto. Ovviamente, questo atteggiamento non facilita, nel soggetto, la costruzione di una rappresentazione mentale rassicurante; al contrario, gli altrui comportamenti sono visti come imprevedibili, il che non fa che aumentare la paura, lo stato di vuoto e la richiesta di ulteriori rassicurazioni.
IN CONCLUSIONE…

La dipendenza affettiva inizia quando l’amore non è più fonte di arricchimento, ma compensazione del senso di vuoto, delle paure e dei bisogni, rendendo, di conseguenza, il rapporto non più un incontro tra due anime, ma una situazione di co-dipendenza e di limitazione reciproca. Diventa dunque importante valorizzare i propri desideri e bisogni, modificando le distorsioni cognitive e ristrutturando le convinzioni relative all’altro. Là dove sorgesse il bisogno di chiedere aiuto è possibile iniziare un percorso psicologico di cambiamento, finalizzato alla costruzione di legami sentimentali più appaganti e sani. Inoltre, come tutte le dipendenze, la dipendenza affettiva richiede modelli di trattamento terapeutico specifici individuali o di gruppo.

Dott.ssa Monia Crimaldi

 

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