LA LEGGENDA CHEROKEE E L’INTEGRAZIONE DEGLI OPPOSTI

Gli indiani Cherokee erano uno dei popoli nativi americani facente parte delle “Cinque tribù civilizzate”, noti per la floridità delle loro tradizioni, riti, cultura e lingua.  Sono numerose le leggende pervenuteci da questo popolo, contenenti preziose metafore e simbologie sulla vita: in questo articolo voglio parlarvi della storia dei due lupi narrata attraverso il dialogo tra un anziano ed il proprio nipotino. Questa storia contiene un’importante messaggio sull’integrazione della dualità presente in ognuno di noi.

“Nonno, perché gli uomini combattono?”

“Ogni uomo, prima o poi, è chiamato a farlo. Per ogni uomo c’è sempre una battaglia che aspetta di essere combattuta, da vincere o da perdere. Perché lo scontro più feroce è quello che avviene fra i due lupi.”

“Quali lupi, nonno?”

“Quelli che ogni uomo porta dentro di sé: ci sono due lupi in ognuno di noi. Uno è cattivo e vive di odio, gelosia, invidia, risentimento, falso orgoglio, bugie, egoismo.”

“E l’altro?”

“L’altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità, compassione, umiltà e fede.”

“E quale lupo vince?”

” Quello che nutri di più.”

In questa antica leggenda Cherokee è racchiuso molto del pensiero Junghiano sulla presenza di due lati opposti all’interno di ogni persona. L’integrazione di essi porta al processo di individuazione. Il lupo nero, la parte di noi che non ci piace, Jung la chiama ombra  e rappresenta  il “fratello oscuro”, invisibile, ma inseparabile da noi. Incontrare la propria ombra significa prendere coscienza delle caratteristiche personali che vogliamo nascondere agli altri e a noi stessi.

“Chi trascura gli istinti cadrà nelle loro insidie. Più l’uomo cerca di nasconderla a se stesso più l’Ombra tende ad attivarsi e a compiere azioni malvagie. L’Ombra può anche essere proiettata e far vedere all’individuo le proprie caratteristiche oscure riflesse in un’altra persona, scelta come capro espiatorio e alla quale viene addossata sempre la colpa di tutto.”

Jung

Per arrivare ad essere individui completi non dobbiamo quindi sacrificare nessuno dei nostri lati, soprattutto quello che meno ci piace: se decidiamo di ascoltare solo il lupo bianco, quello nero si nasconderà in ogni angolo per pedinarlo quando lo vedrà debole o impreparato. Il lupo nero ha qualità e virtù di cui il lupo bianco è sprovvisto. I lati di noi che non ci piacciono hanno lo stesso diritto di esistere di quelli che piacciono. Più tentiamo di controllarli e soffocarli, più loro troveranno il modo di emergere, generalmente attraverso disagi come ansia e depressione. Quando osserviamo ed accogliamo i nostri “lati oscuri” essi hanno la possibilità di trasformarsi in qualcosa di evolutivo per il nostro percorso.

Cio che neghi ti sottomette. Ciò che accetti ti trasforma”

Jung