L’AIUTO DEI GENITORI AI FIGLI: QUESTIONE DI PARITÀ

Il dubbio dei genitori sta spesso nel capire se hanno agito bene con i figli e se le loro modalità educative sono state giuste o meno. Capita che si creino tra i coniugi modalità diverse di approccio ai figli, da bambini quanto da adolescenti e perfino da adulti. Di solito la madre tende ad attuare nei confronti di un figlio, soprattutto se è maschio, una sorta di protezione dall’ambiente esterno, ma anche da un padre che spesso reputa invadente, saccente, giudicante. Pensa così che il figlio possa crescere incapace di prendersi le sue responsabilità, di mantenere un lavoro e di costruire una propria autonomia. Il disaccordo educativo tra i coniugi si riversa inevitabilmente sulla personalità di un figlio: se da una parte la madre sente sempre il bisogno di proteggere il proprio “bambino”, dall’altro, il padre crede di doverlo “spingere fuori” per mostrargli come è la vita, criticandolo nella convinzione di spronarlo. Alla fine ci si rende però conto di aver tirato una corda in direzioni opposte rimanendo fermi, con la conseguenza che il figlio non riuscirà mai a capire la strada da intraprendere e seguire.

Certo un genitore può sbagliare, allora tocca all’altro, una volta constatato l’errore, mostrarglielo, con rispetto e pazienza, cercando di capire entrambi per poi correggerlo. L’esito è spesso incerto come in tutte le cose della vita, ma è necessario iniziare un nuovo cammino insieme. L’educazione dei figli rappresenta la summa della relazione genitoriale, infatti essa deve essere condivisa prima di tutto tra i coniugi e poi impartita alla prole. Regole, sanzioni e premi, devono essere concordati prima di essere applicati. Ci si rende spesso conto degli errori fatti con i figli troppo tardi, quando questi mettono in atto reazioni aggressive di fronte alle regole, quando si disinteressano totalmente al ménage familiare senza prendersi le proprie responsabilità.

Sentirsi alla pari nella coppia genitoriale è un grosso passo avanti che permette di guardare i figli in faccia e capire quali sono stati gli errori commessi. Le modalità relazionali tra coniugi e tra genitori e figli sono molto diverse, ognuno ama a modo suo: la madre spesso è più accogliente e protettiva, il padre invece ha la tendenza a spronare il figlio, nell’ottica di responsabilizzarlo, spingendolo a crescere, a volte anche criticandolo. Questa doppia modalità educativa, se non adeguatamente bilanciata porta delle incapacità di crescita nei figli che possono sviluppare e mettere in atto modelli comportamentali immaturi. La tendenza a volte dei genitori a mettere in atto comportamenti amorevoli a modo proprio, o atteggiamenti che vanno contro quelli dell’altro genitore possono sfociare in modalità di amare il proprio figlio mettendolo contro l’altro.

È necessario essere consapevoli che l’educazione di un figlio non è e non deve essere appannaggio di un solo genitore, ma va condivisa e co-costruita in un’ottica di crescita e coerenza sia per il figlio che per la coppia. L’errore, come detto, è dietro l’angolo, per questo bisogna essere coesi e sereni prima di tutto nella relazione di coppia che poi diventa relazione genitoriale. Il confronto con i figli deve avvenire all’unisono affinché arrivi un solo messaggio. Se i genitori vorranno e comunicheranno entrambi la stessa cosa, i figli accetteranno e si adegueranno alle loro richieste, altrimenti, in caso di messaggi ambigui, ambivalenti e contrastanti essi cercheranno di trovare da soli una soluzione che molto probabilmente li porterà a sbagliare.

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta

 

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