IN CERCA DI EMOZIONI (TROPPO) FORTI PER COMBATTERE LA NOIA

Quando il cervello umano rimane inattivo (in uno stato di quiete) per troppo tempo senza trasformare la tensione in energia viva, questa spinge all’azione dell’individuo. Si tratta di una visione che Breuer portava avanti già a fine Ottocento, così come secondo lui il lungo riposo motorio genera necessità di movimento: se questo bisogno non può essere soddisfatto si soffre e tale sofferenza produce noia.

Ogni individuo in caso di stimoli troppo intensi o in assenza di stimoli cerca di assumere comportamenti finalizzati al riequilibrio delle soglie per tornare ad un livello per lui ottimale. Ciò ci porta a dire che esistono livelli di stimolazione ottimali che nel corso della vita si riequilibrano costantemente. Quando un livello raggiunto è percepito soddisfacente e resta tale per un lungo periodo, esso si può configurare come indicativo di un tratto di personalità.

Nella nostra società possiamo ritrovare due tratti diametralmente opposti: da un lato soggetti che sopprimono le emozioni costantemente, i cosiddetti “Alessitimici” (o per meglio dire non presentano una corretta alfabetizzazione emozionale), dall’altro quelli che invece sono costantemente alla ricerca di emozioni forti chiamati: “Sensation Seeker”..
Stiamo parlando di persone che hanno una scarsa tolleranza alla noia, vivendo un senso di malessere rispetto alle routine quotidiane. Ci troviamo di fronte a soggetti anche con scarse capacità di sviluppare relazioni stabili proprio perché troppo “ingabbianti”, sono interessati esclusivamente alla sessualità pura ed alla ricerca di sensazioni di grande potenza ed impatto emotivo. Per alcuni di questi superare la noia è estremamente necessario per sentirsi “vivi” mettendo in atto comportamenti pericolosi e rischiosi sostenuti da un forte senso di narcisismo ed onnipotenza legati ad una mancanza di differenziazione tra realtà interna e realtà esterna.

La noia si manifesta con sensazioni di irrequietezza interiore, di disagio, presenza di pensieri penosi ed intollerabili che generano comportamenti estremi come il forte bisogno di cambiare casa o lavoro, fare amicizie stimolanti, o l’incapacità di portare a termine qualsiasi attività dalla semplice lettura di un libro all’esecuzione di un compito. Tutte caratteristiche riscontrabili anche in altri soggetti ma che nelle persone che ricercano sensazioni estreme per combattere il loro senso di noia sono fortemente accentuate. Esse molto spesso non hanno la percezione del loro comportamento tanto è forte l’esigenza di cambiamento. Molti sono i tentativi di uscire da quella tediosità che vivono, comportamenti iperattivi, votati al divertimento, all’euforia all’ebbrezza, fino però a quando anche questi non diventano monotoni, scontate e banali ed ecco che il ciclo ricomincia.

Il cosiddetto sensation seeker è caratterizzato da una certa vulnerabilità emozionale che si associa ad un’incapacità di gestire le emozioni o farlo in modo inadeguato. Risultano carenti nelle capacità di inibire comportamenti inappropriati legati a forti impulsi ma sono anche incapaci di contenere le risposte fisiologiche legate alle emozioni ciò perché l’obiettivo primario è quello della gratificazione immediata. La loro incapacità di posporre tale soddisfazione è legata all’incapacità di tollerare la noia e la monotonia che li portano a mettere in atto comportamenti volti ad ottenere a livello emotivo “tutto e subito”.

Ci troviamo in genere di fronte ad un adulto giovane e dotato di intelligenza nella media o, in alcuni casi al di sopra della media, estroverso, anticonformista ed impulsivo che presenta alti livelli di aggressività e pulsionalità, incapace di tollerare alla frustrazione e la noia. Un soggetto con alti livelli di curiosità che lo spingono a sperimentare ed approcciarsi a situazioni anche a lui sconosciute. Molto competitivo e propenso a correre rischi sia fisici che finanziari. Ovviamente un soggetto con tale personalità tende a mettere in atto condotte rischiose anche in ambito sessuale e difficilmente viene persuaso dal timore di malattie sessualmente trasmissibili o problematiche legate al sesso. Essi hanno la tendenza a mettere in pericolo l’incolumità fisica sia propria che altrui e per questo spesso ricercano ed attuano comportamenti estremamente rischiosi ed al limite della mortalità.

L’uso di sostanze stupefacenti è una caratteristica comune a questi soggetti e ancor di più lo è la propensione all’uso di più sostanze assunte insieme o singolarmente; un altro comportamento pericoloso è l’assunzione di sostanze associato alla guida senza cintura che sfida tutto ciò che di dannoso può verificarsi. Infine dalle ricerche è emerso che il sensation seeker ha una predilezione per i programmi televisivi musicali che ascolta ad alto volume, per programmi ad alta intensità emotiva e che siano molto animati come ad esempio i talkshow, insomma programmi con un’elevata carica di aggressività.

Le famiglie di questi soggetti si trovano frequentemente a fare i conti con figli o partner di cui difficilmente riescono a capire pensieri e comportamenti, che li fanno stare costantemente sulle spine e vivere in preda alla paura perché reiterano comportamenti pericolosi. Spesso chi gli sta vicino tende a colpevolizzarsi e non si fa capace del perché un sensation seeker vada volontariamente incontro al rischio pur di raggiungere una soglia di stimolazione che per lui è fonte di benessere.

Ma ciò che attanaglia anche molti studiosi oggi è il dubbio su quanto possano essere legati tali comportamenti estremi ad una certa struttura di personalità oppure possano dipendere dalle spinte della società in cui viviamo nella quale le abitudini frenetiche spingono le emozioni a cambiare in modo repentino, ad adattarsi a pressioni culturali e tecnologiche pena l’emarginazione. Purtroppo dare una risposta completa ed univoca non è facile se si considera che gli alessitimici pur essendo esposti allo stesso contesto culturale sviluppano una totale mancanza di alfabetizzazione emozionale rispetto ai sensation seeker che invece ricercano fin troppe di emozioni. Così come esistono tra questi ultimi soggetti che scelgono accuratamente la loro gamma di pratiche enfatizzanti, come coloro che praticano gli sport estremi.

In definitiva possiamo dire che la ricerca di emozioni forti, una pratica molto diffusa tra gli adolescenti nel tentativo di autoaffermazione della propria identità oggi si trova sempre più anche età adulta e che essa può essere influenzata e facilitata dal contesto culturale e sociale, Ciò porta all’apertura di notevoli ipotesi, Ma tutte legate ad una sola domanda: “Quali saranno in futuro i modi per cercare nuove ed appaganti estreme emozioni?”. “Con il virtuale oggi è possibile andare oltre in tutto e superare spesso i tabù della vita reale; ma cosa ci sarà dopo?”. “Quali saranno i modi per gestire rabbia, frustrazione e sentimento di impotenza?”.
Si ritorna al concetto del “tutto e subito” che caratterizza il sensation seeker.

Per approfondire:
T. Cantelmi, M. De Marco, A. Sarto, “Sfide alla morte” in Psicologia Contemporanea, N. 161, set.-ott. 2000, pp. 28-34

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta