“Immuni”, si: ma da cosa?

Per una filosofica riflessione del tracciamento

[divider] Penso che sia necessario un preambolo dato che, il seguente, è stato steso prima che fosse ufficialmente emanato il dpcm del 26 Aprile 2020 il quale, inaspettatamente, ha reso la data del 4 Maggio (ancora data d’inizio della Fase 2) non quella che avremmo potuto prospettare.

Poiché il seguente che vi presentiamo ha caricato di significato questa data, vorremmo precisare in questo modo: vorremmo che, in ogni caso, si prendesse in considerazione il 4 Maggio come “data X” nella quale – finalmente – saremo liberi, nuovamente, di muoverci. Perlomeno senza il regime delle autocertificazioni, che certamente rende gli spostamenti limitati se non impossibili.

L’articolo pensiamo sia sempre valido in quanto riflessione filosofica: il desiderio di Libertà è sempre vivo, simbolizzato o men che sia nella data del 4 Maggio, ora più che mai che apprendiamo come ne sia posticipato l’esaudirsi; andiamo quindi ancor più voracemente in cerca di quanto ci hanno privato.

Che ci ritorni quanto ci hanno tolto, e che ora dicono di volerci concedere, permettere (di fare). Concedere e permettere, come se avessero il potere di negare ai cittadini un diritto costituzionalmente necessario ed assolutamente inderogabile; potere che nessuno gli ha concesso, nessuno ha voluto che si prendessero. In ogni caso, non vogliamo dilungarci ulteriormente in digressioni non facenti strettamente parte della riflessione che ivi presentiamo. Vi auguriamo buona lettura. [divider]

Prigionia e Libertà: “Immuni”, l’applicazione ministeriale per il tracciamento del contagio, che ci rende immuni sia all’una che all’altra.

La promessa del governo di “renderci liberi” da quest’isolamento domiciliare – od arresto, come molti hanno detto – il 4 Maggio, prefissata data d’inizio della fantomatica Fase 2, ha un prezzo: scaricare un’applicazione che possa, auspicabilmente, tenere traccia della diffusione del contagio sul suolo italico proprio grazie al tracciamento degli spostamenti delle persone. E’ ovvio come un’operazione del genere, per quanto possa sicuramente essere giustificata da una concreta e pervasiva emergenza sanitaria, lasci spazio a moltissime critiche, tra le quali la tanto discussa privacy che potrebbe essere colpita dal suddetto tracciamento.

Il tutto per un “bene superiore”, quello della sanità, quello della vita, quello del poter soffocare questo virus in sé stesso, tentando di ridurre sempre maggiormente la sua stringente e perniciosa morsa.

Esposta in questo modo, sicuramente l’applicazione che dovrebbe aiutarci a fare quanto sopra sembra essere doverosa e necessaria: assolutamente sacrificabile è quindi la propria privacy se è la propria vita in ballo. Ma lo è davvero in ballo?

Per quanto ne sappiamo attualmente, il dato in percentuale che tiene conto dei decessi, presente sul sito del ISS[1], è assolutamente nullo circa quegl’individui che non abbiano superato la sessantina d’anni e che non presentino patologie preesistenti: pertanto, è davvero in pericolo la nostra vita oppure si tenta di salvaguardare un sistema sanitario che fa – ma soprattutto ha fatto – acqua da tutte le parti?

Una pessima performance del sistema sanitario sicuramente giustificabile dall’impreparazione collettiva circa la reale pericolosità di questo virus, dalla scarsissima conoscenza – anche complice la poca condivisione d’informazioni scientificamente attendibili dalla Cina, primo paese mondiale con il pullulare del virus – generale del batterio.

Fin qui vi stiamo dicendo quanto di cui siamo bombardati giornalmente, minuto per minuto, da un purchessia notiziario, televisivo o men che sia: non siamo qui per questo; lasciamo stare il campo della speculazione scientifica e di cronaca per addentrarci in quella filosofica. Il che non vuol assolutamente significare abbandonare la concretezza delle cose, ma, anzi, addentrarsi in quello che le cose sono, tentando di evidenziare caratteristiche e sfaccettature non immediatamente visibili e comprensibili “ad occhio nudo”.

Filosoficamente parlando: siamo liberi? Sicuramente no. Dal 4 Maggio, lo saremo? Si, ossia: saremo liberi di poter essere prigionieri.

In questo momento ci troviamo in una fase di transizione: la minaccia sanitaria sicuramente non è passata (il virus è ancora tra noi e continuerà ad esserlo sino ad un vaccino efficiente), ma quella minatoria nei confronti del sistema sanitario apparentemente si; abbiamo dati in calo, sia di pazienti in terapia intensiva, che di attualmente malati, da giorni. Pensiamo quindi alla Fase 2, ossia quella della convivenza con il virus: convivenza che dovrà sicuramente essere ragionata ed efficiente affinché possa dirsi “convivenza” e non “attesa di un rinnovato arresto domiciliare”.

Ma adesso, quel che più anima i pensieri delle persone è la sensazione di libertà mancata e immediata riappropriazione della stessa a partire dal 4 Maggio. Adesso, noi, ci sentiamo privati di quanto prima pensavamo scontato e che adesso sembra un bene di lusso: la Libertà.

Per cui, la data del 4 Maggio, simbolo della riapertura del sistema produttivo e quindi tentativo di rianimare l’economia dopo una sosta in terapia intensiva, è in realtà, per tutti quanti noi, la data in cui riacquisiremo, finalmente, la Libertà: ma è davvero così?

Quasi come fosse un fulmen in clausula , ecco che un nuovo ostacolo si piazza lungo il nostro percorso di riacquisizione di un bene di lusso che dovrebbe (DEVE) essere alla portata di tutti: il governo approva un’applicazione che tenga traccia dei movimenti – seppure in anonimato – delle persone (che dovranno dichiarare di essere positive, di esserlo state, o di non aver mai contratto il virus) in modo tale che il contagio possa essere controllato. Con quest’operazione si spera che la seconda ondata di contagi, ormai prevista e già profetizzata, possa uscirne edulcorata.

Acutamente, già Voltaire, nel 1764, diceva: << La vostra volontà non è libera, ma le vostre azioni lo sono. Siete libero di fare quando avete il potere di fare >> (Voltaire, Dizionario Filosofico, Newton Editore, 2010, Roma, p. 203); questa massima collima perfettamente con la nostra futura situazione. La nostra volontà non sarà assolutamente libera da costrizioni, seppure le nostre azioni possano (apparentemente) esserlo: non saremo propriamente liberi poiché non avremo il potere di fare.

Potere di fare che verrà meno a causa di un occhio che sempre, con manifesta circospezione (mica ossimorico: noi gliene abbiamo dato la possibilità!), ci guarda e, peggio che tutto, giudica: saremo visionati ed attentamente tracciati di ogni nostro minimo spostamento e, consequenzialmente, di quanto stiamo facendo, sempre e comunque. Ma, si, assolutamente: per un “bene superiore”! Negare la nostra Libertà – che sarebbe IL bene superiore – è assolutamente conveniente!

Ma: fermi tutti! Essendosi resi conto, al governo, di come la proposta andasse a ledere la privacy (non che fosse necessario un complicato ed intricato ragionamento per rendersene conto), ecco che l’applicazione in questione diviene facoltativa: “liberamente” ognuno potrà decidere se scaricarla o meno. Certamente: proprio perché hanno voluto promuovere la libertà, hanno ben pensato anche ad una pena per coloro che non volessero aderire al progetto! Restrizioni negli spostamenti! Non vuoi essere tracciato? Bene: non potrai spostarti come credi!

Un intelligente quanto subdolo modo per poter rendere l’applicazione facoltativa-ma-obbligatoria: pur di non subire ulteriori limitazioni – ed umiliazioni, perché si: è umiliante – chiunque scaricherà questa benedetta applicazione senza però, e questo è il punto, credere nel progetto. L’applicazione verrà recepita non come la possibilità che tutti abbiamo di poter ottundere il virus, bensì come il lasciapassare utile a poter conseguire un pezzo di Libertà di cui tanto – tanto! – abbiamo bisogno!

Come si può virare verso la giusta direzione se non si crede in quello che si sta facendo? Questa è la domanda che vogliamo porre gridando: non ne usciremo mai da quest’emergenza se non crediamo nell’efficienza – a causa di evidenti falle – di un sistema che tenta – male – in tutti i modi di farcene uscire!

Ed allora, “Immuni”: ci sollevi dall’isolamento domiciliare, ci fai credere che potremo finalmente essere nuovamente intelligentemente-liberi, e poi ci cali in una libera-prigionia?

Prigionia e Libertà: “Immuni”, l’applicazione ministeriale per il tracciamento del contagio, che ci rende immuni sia all’una che all’altra.

Simone Santamato

NOTE AL TESTO

[1] Informazioni reperibili al seguente link: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia#2

[divider] Altre mie pubblicazioni: https://independentscholar.academia.edu/SimoneSantamato

Leggilo anche qui: https://www.lintellettualedissidente.it/controcultura/filosofia/immuni-ma-da-cosa/