Il giudizio è una forma di comunicazione sana?

Al giorno d’oggi la comunicazione è diventata un elemento centrale infatti la nostra vita quotidiana è impregnata di essa: svolgiamo le nostre attività, intratteniamo relazioni, viviamo emozioni grazie a un’incessante attività comunicativa.

Non sempre è facile dialogare con il proprio interlocutore, spesso ci possono essere sovrapposizioni tra i due interlocutori, difficoltà ad ascoltare l’altro, non sempre il messaggio inviato è chiaro da poter essere compreso in modo efficace dal ricevente, infatti possono scaturire le cosiddette”incomprensioni”.

La comunicazione può essere sia di tipo verbale che non verbale; infatti non solo le parole, ma anche il volto, lo sguardo, il corpo trasmettono messaggi, non sempre voluti ma non per questo meno densi di significato.

Spesso ci sarà capitato di ascoltare uno, due racconti ad esempio di un nostro collega di lavoro, di un nostro vicino, di un nostro amico i quali si sono aperti nei nostri confronti per avere da noi una opinione di tipo costruttivo. Solitamente o si da un consiglio il cui fine è di aiutare l’altro in difficoltà oppure si è portati, anche inconsapevolmente, a giudicare. Che cosa vuol dire emettere un giudizio? Etichettare una persona in una categoria, ad esempio: quante volte si sente dire la frase “il bambino a scuola rende poco” e invece a casa o con la maestra del doposcuola ha un ottimo rendimento?! che cosa bisognerebbe indagare in questi casi particolari? Prima di tutto dovremmo indagare il contesto scolastico; ad esempio “il bambino si trova a proprio agio a scuola o vive delle difficoltà con i propri compagni o insegnanti?” Oppure “è molto emotivo, va in ansia durante il compito in classe?” in quanti casi è capitato che il bambino riscontrasse difficoltà sia a scuola che a casa, nello svolgimento dei compiti, in quanto presenta un disturbo specifico dell’apprendimento e, per tal motivo, ha avuto un rendimento basso a causa del livello di difficoltà non adeguato. Questo potrebbe essere uno dei tanti esempi, spesso  ci capita di ascoltare un proprio amico raccontare un suo episodio di vita e dopo uno due interventi inerenti un argomento formuliamo un nostro giudizio come ad esempio” Milena è prepotente”. Da che cosa lo deduciamo magari da un singolo episodio di vita massimo due….

In tutte le circostanze della nostra vita dovremmo avere la capacità di ascoltare l’altro in modo non superficiale, cercare di comprenderlo, analizzare diversi aspetti senza avere l’obiettivo di giungere a conclusioni affrettate; esistono vari contesti in cui ci potremmo  esprimere in modo diverso e i motivi potrebbero essere diversi quindi prima di dare una etichetta cerchiamo di collocare l’individuo nel contesto e approfondiamo la sua conoscenza tenendo conto di più aspetti che lo riguardano.

 

Dott.ssa Angela Aitella

Psicologa