La famiglia invischiata

Ho avuto modo varie volte di osservare come tante persone si trovino all’interno di famiglie invischiate, purtroppo senza rendersene conto. Crescere in una famiglia invischiata significa subire un eccesso di preoccupazione e protettività, dove ogni tentativo di differenziazione e separazione dei membri è scoraggiato o additato come tradimento. I confini tra i vari membri in questo tipo di famiglia non sono netti, spesso il genitore vede il figlio come un prolungamento di sé e questo è fortemente dannoso.

Accade infatti, soprattutto in determinate fasi cruciali della vita, che ad un certo punto uno dei membri della famiglia, generalmente uno dei figli, tenta di svincolarsi dalla stessa, separarsi da essa e prendere in mano la propria vita.


In una famiglia sana tutto questo è solitamente incoraggiato, ben visto e fonte di crescita e maturità. In una famiglia invischiata questo verrà puntualmente impedito, con varie e subdole modalità, come ad esempio fare sorgere nella persona che tenta di svincolarsi un grande senso di colpa. Ed è così che a volte un genitore impedisce ad un figlio di maturare, trattenendolo a sé e scoraggiandolo. C’è da precisare che il genitore non fa questo in modo consapevole, non lo fa volutamente per danneggiare il figlio, ma è mosso da motivazioni interne di cui non è consapevole. Egli vede il figlio come un prolungamento di sé e la possibile separazione/individuazione del figlio andrebbe a minare il senso di sé del genitore. Può accadere che inizi a manifestare un malessere, un sintomo come un attacco di ansia ad esempio. Questo sintomo ha un compito ben preciso, ovvero consentire l’avvicinamento della famiglia per scongiurare il pericolo che uno dei membri possa distaccarsene. Sembra paradossale, la famiglia che dovrebbe incoraggiare e sostenere la nostra crescita ed individuazione, a volte non fa altro che danneggiarci.

Poi può accadere anche che la persona a cui viene impedito di distaccarsi dalla famiglia, inizia a mostrare dei sintomi, depressivi o psicosomatici ad esempio, che sono l’espressione di un malessere più profondo, di quella vita a cui sono state tappate le ali.

Ed è qui che il quadro familiare “distruttivo” si completa. L’immutabililità dà rassicurazione a tutta la famiglia, ognuno rispetta il proprio ruolo, i genitori hanno il controllo, l’appartenenza è assicurata e il cambiamento è scongiurato. La famiglia invischiata teme il cambiamento, ne andrebbe del senso di sé e del senso di appartenenza, sarebbe uno sconvolgimento insostenibile. Solitamente i membri sono del tutto inconsapevoli di questi meccanismi, ma, per fortuna, a volte uno di loro riesce a rendersi conto della distruttività di certe dinamiche e, senza poche sofferenze e sacrifici, riesce a svincolarsi dalla famiglia per potere finalmente crescere e fiorire in modo autonomo.