EMERGENZA ED EMOZIONI

Di fronte a un’emergenza sorge il dubbio: cosa fare?

Spesso ci si trova di fronte a due comportamenti: c’è chi sottovaluta il rischio, e chi invece lo sopravvaluta, lasciandosi trasportare emotivamente verso il basso. Entrambi gli atteggiamenti sono sconsigliabili. Nel primo caso, è facile comprendere che vi è un rischio di aggravare il problema stesso. Per esempio, nel caso del Covid-19, non attenersi alle norme dettate da governo e istituzioni sovranazionali, comporta un aumento delle probabilità contagio.

Ma anche sopravvalutare l’emergenza comporta rischi. Infatti, chi è molto sensibile al tema, sta provando un mix di emozioni che vanno dalla paura all’ansia, dall’agitazione allo stress, dalla frustrazione e confusione.

Queste reazioni sono comprensibili data la novità del disturbo, la confusione circa la sua gravità e il caos mediatico: da settimane, non si parla d’altro, con informazioni talvolta contraddittorie!

Ma per chi lavora nel settore del benessere fisico e interiore, e per chi ha caro il tema della gestione dello stress, è chiaro come un messaggio di paura che si inscrive nelle cellule, a livello atomico-vibratorio, non fa altro che attirare l’oggetto della propria paura.

Per questo motivo, vi sono delle modalità di comportamento che gli psicologi e gli psicologi dell’emergenza consigliano di adottare, soprattutto a coloro che non riescono a vivere questo periodo con serenità.

Anzitutto, bisogna ricordare che provare paura e/o agitazione è normale, e se si avverte che queste creano turbamenti e pensieri disfunzionali, è possibile rivolgersi a uno specialista. parlare ed esternalizzare i propri pensieri e le proprie emozioni, o semplicemente scriverli su un foglio, può aiutare a razionalizzare quello che sembra essere un fenomeno incomprensibile.

Per chi è molto sensibile all’argomento, si suggerisce di evitare l’overload informativo in quanto l’esposizione continua è inutile e favorisce lo stato di allerta. Inoltre, una volta imparato a memoria il decalogo delle norme da osservare, può essere utile constatare che sebbene si tratti misure necessarie in questa fase, sono altresì riconducibili ad aspetti tipici dei disturbi ossessivo-compulsivi. per esempio:

  • evitare il contatto con le persone richiama il comportamento fobico-evitante;
  • l’isolamento in casa, il non potere frequentare luoghi pubblici e ridurre la vita sociale al minimo richiama alla psicosi,
  • la minaccia di malattia incombente fa emergere negli ansiosi i sintomi ipocondriaci;
  • infine, si acutizzano l’ansia da panico e il disturbo acuto e post traumatico da stress, con le conseguenze tipiche della stimolazione del sistema ortosimpatico, tra cui il respiro corto (non a caso!) e difficoltà a concentrarsi.

Tutto ciò non fa altro che moltiplicare la paura, inviando al subconscio un messaggio negativo, un’idea di conflitto tra ciò che avviene dentro sé e il mondo esterno, un messaggio che a livello energetico e che depotenzia l’organismo, diminuendo le difese immunitarie.

Nelle parole di Claudia Rainville “la paura crea una ritenzione, una contrazione di tutto il corpo, sia all’interno, sia all’esterno. l’energia circola a rallentatore, diventiamo esitanti e dubbiosi, stiamo ad aspettare, non osiamo, immaginiamo il peggio.”

In altre parole, la paura depotenzia e abbassa le difese!

La paura è legata alla separazione, alla perdita di qualcosa o di qualcuno che amiamo, è paura della sofferenza, che si auto-nutre e si legano a esperienze di separazione e di perdita vissute in precedenza .

Per cui, assecondare la paura porta a vivere peggio il presente, o meglio non permette di viverlo!

Nonostante le grandi limitazioni che ora noi tutti dobbiamo osservare modificando drasticamente la nostra routine quotidiana e minimizzando i contatti con gli altri, è opportuno ricordare che ognuno di noi ha diritto a un benessere personale e sociale. Il virus ci chiede di stare distanti, di evitare i contatti,  le opportunità di uscita e di incontro, ma bisogna pensare che è una misura transitoria, che siamo animali sociali che provano e che hanno bisogno di manifestare i loro sentimenti di amicizia, affetto e amore.

Osserviamo quindi le norme, siamo ligi alle regole che ora il governo, la sanità e il buon senso ci prescrivono in situazione di emergenza, ma senza farci trascinare dal panico del momento.

È nostro compito ora trovare un equilibrio nuovo, che venga da dentro. Un equilibrio accompagnato dalla consapevolezza della propria integrità nel sapere gestire al meglio ciò che di controllabile c’è in questo fenomeno. Un equilibrio che passa attraverso una connessione profonda con sè, per assaporare la lentezza a cui questo periodo ci invita, per dedicarsi a quelle attività che donano serenità e calma alla mente, come la lettura, un corso online, attività o faccende da svolgere a casa, magari quelle che sono state rimandato a lungo.

Così, è possibile mettere in pausa la ruota propri pensieri e nutrire in modo positivo la mente e l’anima.

Infine, il mio consiglio è di curare il più possibile se stessi e il proprio stile di vita: nutrendosi bene, dormendo almeno 7-8 ore a notte, praticando attività fisica a casa o all’aperto, dedicando tempo a se stessi, a chi e a ciò che si ama e ricordando che un atteggiamento positivo giova a se stessi e a chi ci sta intorno!

Martina Amigoni

Dott.ssa in Psicologia Clinica e Management