Elogio della tenerezza

La tenerezza è quel sentimento che nasce quando noti la debolezza di qualcuno e senti di volerlo proteggere.

Tua madre quando invecchia, la tua sorellina più piccola, un amico impaurito, i cuccioli e i neonati, e le ragazze quando non ostentano sicurezza, ma si abbandonano a te perché si fidano.

tenerezza

La tenerezza è sinonimo di forza.

Per proteggere qualcuno dalla sua debolezza dobbiamo pensare di essere più forti di lui. Non più forti in tutto, basta pensare di esserlo per una singola caratteristica.

Per esempio, quando stringi tra le braccia un cucciolo di gatto, noti subito la sua debolezza fisica. Sei più forte di lui, puoi proteggerlo, quindi ti fa tenerezza.

Ma al mondo non esiste solo la forza fisica. Questo genera un enorme malinteso.

Nessuno se la prende con i più deboli, tutti se la prendono con i più forti.

I bulli che a scuola minacciano il ragazzino magrolino che pensa solo a studiare, sembrano dei vigliacchi che attaccano qualcuno più debole di loro per sentirsi forti. Non è così. Non è la debolezza degli altri che ci fa sentire forti, è prevaricare la loro forza.

Come non c’è gusto a battere a Ping Pong qualcuno molto più scarso di noi, così non c’è gusto a picchiare in branco qualcuno che non può difendersi. Né l’una né l’altra cosa ti fanno sentire più forte.

Allora perché i bulli picchiano il ragazzino più debole? Lo fanno perché notano in lui un elemento di forza che vogliono prevaricare.

Magari quel ragazzino mingherlino è il cocco della maestra, o ha una bella famiglia che gli vuole bene, o i suoi vestiti sono più belli di quelli dei bulli che lo minacciano. I bulli non vedono la sua debolezza fisica, i bulli vedono la sua forza quando va bene a scuola, quando i suoi genitori scherzano tra loro felici e quando i suoi abiti hanno firme più importanti delle loro. Per questo lo temono, nessuna tenerezza.

L’istinto è combattere per la sopravvivenza, ma non possono farlo su nessuna delle dimensioni in cui lo temono. Perché magari i bulli a scuola sono carenti, hanno i genitori separati o peggio che litigano spesso, e l’indigenza famigliare li costringe a riciclare i vestiti un po’ slabbrati dei fratelli più grandi. La sola cosa che possono fare è attaccare l’unica dimensione in cui sono più forti per vincere su tutte le altre.

 

I bulli dell’amore, del lavoro e della vita.

Quello dei bulli a scuola è solo un esempio.

In tutte le dimensioni della vita troviamo questi atti di bullismo. Il momento in cui qualcuno si sente sopraffatto da una qualità dell’altro e per ripristinare l’equilibrio lo attacca dove è più debole.

 

Elogio della tenerezza.

Poi ci sono quelle persone che riescono ad accettare le debolezze. Le considerano diversità e le vivono con l’entusiasmo della scoperta e della crescita. Quando incontro qualcuno più forte di me in qualcosa, non devo combattere per forza, posso imparare da lui.

E posso proteggerlo dove è più debole, lì dove mi fa più tenerezza.

 

La tenerezza è il riconoscimento di una debolezza: quando senti di poter prevaricare qualcuno senti anche di volerlo proteggere e quella è la tenerezza. Vale con i neonati e con i cuccioli di cane. Vale con gli amici quando li trovi impauriti. Vale con i genitori quando li scopri vecchi. Vale con le donne quando capisci che non bastano i loro occhi a paralizzarti. – Dimenticheremo tutto, R. C. Mauri & G. Schiavone