ANSIA E DOLORE FISICO: GEMELLI SEPARATI ALLA NASCITA?

ANSIA E DOLORE FISICO: GEMELLI SEPARATI ALLA NASCITA?

Cos’è l’ansia?

Probabilmente ci lamentiamo di continuo e ne facciamo modi di dire comuni ormai quotidianamente ironici e sarcastici ma vi siete mai chiesti cosa sia esattamente, da cosa nasce e come mai psico-fisicamente ne risentiamo?

Abbiamo tutti la credenza che l’ansia sia una cosa esclusivamente negativa, ma in realtà è semplicemente una risposta naturale dell’organismo che aiuta a facilitare la fuga in modo adattivo. In che senso? Attivandosi, l’ansia può arrivare a proteggere la vita della persona, come una forma di autoprotezione. Evolutivamente, è stato un meccanismo che ci ha aiutato a sopravvivere come specie di fronte ai possibili predatori e oggi è anche di grande aiuto.

Ad esempio, quando attraversiamo un passaggio pedonale e un’automobile molto veloce arriva senza intenzione di fermarsi, proviamo ansia, il che ci consente di attivare una risposta impulsiva che ci rende più facile il compito di correre più veloce di quanto faremmo normalmente oppure indietreggiare velocemente per non essere presi in pieno.

Fisicamente invece, cosa succede con l’ansia?

Il cuore pompa più sangue: aumenta infatti l’afflusso di sangue per poter avere più ossigeno e quindi più energia per affrontare la situazione pericolosa. Quel sangue è distribuito nelle estremità per essere in grado di fuggire più velocemente e di conseguenza i muscoli sono tesi.

La respirazione accelera: questo si verifica per lo stesso motivo. I muscoli hanno bisogno di più ossigeno per essere in grado di avere più forza ed energia e quindi, si respira in un modo più agitato, che può dare la sensazione di formicolio alle mani e ai piedi e vertigini così come la pressione nel petto o sensazione di soffocamento.

Sudiamo di più: questo fatto che sembra inutile in realtà non è da sottovalutare in quanto se sudiamo, la nostra pelle è più scivolosa e quindi, è più difficile raggiungerci. Inoltre, il sudore fa sì che il corpo si raffreddi evitando così di surriscaldarsi.

Le pupille si dilatano: questo accade per consentire che più luce entri negli occhi. L’ unico problema è che potrebbe causare, a volte, la sensazione di visione offuscata e quindi essere fastidioso.

L’attività dell’apparato digerente diminuisce: quando il sangue si distribuisce nelle estremità, smette di pompare verso il sistema digerente, che può produrre una sensazione di nausea, pesantezza dello stomaco o addirittura costipazione.

Come si può notare, sebbene l’ansia sia una risposta di sopravvivenza, alcuni sintomi possono essere fastidiosi, ma sono estremamente utili in situazioni di pericolo.

Il problema dell’ansia è che ci sono persone però, che lo manifestano quando la situazione non è pericolosa; mi spiego meglio: se una macchina sta per investirti è ovvio che sei in pericolo, ma se hai un esame entro un’ora, non sei realmente in pericolo anche se il tuo cervello lo associa in quel modo e il tuo corpo reagisce allo stesso modo.

 

Ora, perché quando ne soffriamo, l’ansia può influenzare aspetti del sistema digestivo?

Ci sono diverse spiegazioni per questo aspetto:

  1. Quando abbiamo ansia il nostro sistema nervoso funziona con più sensibilità, causando “falsi segnali” di “urgenza”. Il corpo invia il segnale che non ne può più e di conseguenza sente un irrefrenabile impulso di andare in bagno o mangiare (o provoca un blocco nello stomaco e produce una sensazione di mancanza di appetito).
  2. Un’altra spiegazione è che l’adrenalina che si genera nel corpo quando è sotto stress fa sì che il segnale venga inviato per dare sollievo al corpo. Questi segnali sono normalmente collegati al sistema digestivo ed è per questo che puoi sentire un impulso atroce di mangiare o andare in bagno poiché,in questo modo,  il corpo si sente soddisfatto e anche perché ottiene la risposta di rilassamento di cui ha bisogno.
  3. Una spiegazione finale, vista da un altro punto di vista, è che quando siamo nervosi i muscoli si irrigidiscono e causano scariche muscolari, che possono colpire gli organi interni e causare la sensazione di pieno o vuoto in quegli organi (intestino, stomaco) dalla pressione prodotta (e quando accade ciò è difficile conviverci).

Se abbiamo l’ansia di tanto in tanto, non ci sono problemi in quanto è comune ed accade a tutti; dovremmo solo fare i conti con questi piccoli inconvenienti che si presenteranno.

Il problema è quando l’ansia (o anche lo stress) è continuata nel tempo; possono apparire alcuni disturbi veri e propri di cui di solito ci si accorge a lungo termine come ad esempio:
il mangiare compulsivo, intolleranze alimentari, intestino irritabile, fitte e forti dolori allo stomaco ecc., poiché gli organi dell’apparato digerente accelerano in modo anomalo, o causando malattie organiche.

Uno degli esempi sopra riportati è particolarmente fastidioso rispetto agli altri, ovvero le fitte allo stomaco. Esattamente viene chiamata dispepsia funzionale e indica quei dolori allo stomaco non riconducibili a patologie organiche. Ansia, stress e tensione spesso scatenano forti dolori allo stomaco. Questo disturbo, chiamato dispepsia funzionale, quindi non riconducibile a una specifica patologia come ulcera, gastrite, reflusso gastroesofageo o tumore, è frequente: si stima che ne soffra circa una persona su dieci (se ti ci ritrovi quindi, non preoccuparti, non sei cosi importante da essere il solo).

SINTOMI. Stress, ansia, dispiaceri sentimentali (il cosiddetto mal d’amore) e preoccupazioni possono scatenare, nei soggetti predisposti, una complessa sintomatologia caratterizzata da crampi, gonfiore, bruciori (pirosi) e dolore epigastrico, cioè localizzato nella parte alta dell’addome.

CAUSE. Il dolore allo stomaco può acuirsi durante la digestione oppure manifestarsi all’improvviso in un periodo di tensione emotiva: durante una lite in famiglia, prima di un esame, dopo un incontro di lavoro e persino per un appuntamento galante. La sfera psicologica gioca, insomma, un ruolo chiave: tra i principali fattori scatenanti della dispepsia funzionale ci sono le difficoltà lavorative o economiche e la fine di una relazione.

DIAGNOSI. A diagnosticare la dispepsia funzionale si arriva per esclusione, quando l’indagine gastroscopica non ha riscontrato lesioni della mucosa gastrica o duodenale.

CURE. Se sono state escluse cause organiche del disturbo, i farmaci tradizionalmente usati contro il bruciore di stomaco, come antiacidi e antisecretivi gastrici, servono soltanto a lenire i sintomi durante gli attacchi ma non agiscono sulle cause.
Nella dispepsia funzionale cronica si ricorre a farmaci che agiscono sul sistema nervosoansiolitici (benzodiazepine) o antidepressivi a bassi dosaggi.

I rimedi naturali hanno un’efficacia immediata, ma che non dura nel tempo: molte persone traggono giovamento da una tazza di camomilla, che aiuta a rilassarsi. In caso di pesantezza e difficoltà di digestione si può ricorrere a preparazioni fitoterapiche a base di zenzero. Per intervenire sull’origine nervosa della dispepsia può essere d’aiuto anche un ciclo di psicoterapia.

STILI DI VITA. Anche se è vero che alcuni cibi possono aggravare la dispepsia (per esempio, alimenti ricchi di grassi, cioccolato, caffè, menta, alcolici), la maggior parte delle persone soffre di questo disturbo a prescindere da che cosa mangia, perché il problema è legato a un riflesso nervoso. In generale, però, sono da preferire pasti leggeri e semplici ed è opportuno mangiare con calma masticando lentamente. Avvertenza per chi fuma: le sigarette non alleviano lo stress e peggiorano il mal di stomaco.
Molti pazienti, infine, trovano benefici con una moderata attività fisica, praticando yoga e altre tecniche di respirazione: sono efficaci antistress e contribuiscono ad allentare le tensioni, migliorando i sintomi della dispepsia.

 

Come possiamo fermare i nervi nello stomaco?

Per poter fermare i problemi digestivi, è necessario trattare l’ansia a livello psicologico, cioè, dobbiamo andare alla causa del suo aspetto e lavorarci.

Ad esempio, se ogni volta che devi studiare per un esame di quella settimana guadagni 3 kg, nulla si risolve andando a dieta o punendo o incolpando te stesso per aver guadagnato peso. Devi lavorare sulla tua auto-richiesta o sull’importanza che dai a quegli esami e ai loro risultati.
Per lavorare sull’ansia, soprattutto se è prolungata nel tempo, è meglio rivolgersi a uno psicoterapeuta specializzato che può aiutarti a individuare i meccanismi che vengono attivati, quando vengono attivati, le loro cause, lavorarli e fornirti le risorse per controllare l’ansia.

E ricorda sempre: L’ansia è un sottile rivolo di paura che si insinua nella mente. Se incoraggiata, scava un canale nel quale tutti gli altri pensieri vengono attirati – Robert Bloch – (non cascarci!)