Allontanarci da una relazione che si fa seria, è più forte di noi

Interrompere la relazione d’amore non appena il rapporto inizia a sembrare costruttivo, o quando si iniziano a provare certi sentimenti di attaccamento e d’amore… succede a molte persone, come se questo agito fosse inconsciamente una spinta a cui non possono opporsi.

Spesso, moltissimi dei pazienti che incontro, mettono in atto un ritiro compulsivo dalla relazione che vivono. O meglio, enunciano di vivere una spinta irrazionale che, ad un certo punto, li induce a chiudere e allontanarsi dalla persona che stanno frequentando. Questo, a volte, diviene un modus operandi personale, del quale non solo la persona non sa trovare e comprendere chiaramente le spiegazioni per cui lo attiva, ma la riporta perennemente a continui acting out a livello emotivo e relazionale (si esprimono i propri vissuti emotivi conflittuali, attraverso l’ azione piuttosto che con il linguaggio). E tutto, ricomincia da capo. E questa ricerca d’amore è sempre estenuante.

Il pattern psicologico del ritiro compulsivo

Questa modalità di agito, anche definito pattern psicologico, non solo è carico di sofferenza associata alla solitudine più intensa, ma investe protagonista e comparsa, la persona che lascia e la persona abbandonata. Proprio quello che succedeva a Leano. Leano era un mio paziente. Lui, durante le consulenze, raccontava di come ogni relazione che aveva con una donna, non appena sembrava divenire costrittiva, importante, o notasse in se stesso un sentimento di profondo attaccamento o di dipendenza, si ritirava automaticamente dalla relazione. La troppa intimità attivava in lui un allontanamento fisico, emotivo e relazionale, in modo veloce ed estremo. Attivava dei veri e propri attinge out non riflessivi, pur soffrendo e facendo soffrire persone a cui lui teneva.

Allontanarci da una relazione: trattamento di un caso clinico

Cosa e come abbiamo lavorato durante la sua terapia? Quando ho conosciuto Leano la prima cosa che aveva evidenziato era il suo problema, scappare, quando le cose si facevano serie. Pertanto, chi mi avrebbe assicurato che non avrebbe attivata la fuga anche durante il nostro cammino insieme? E’ stato necessario, pertanto, che con lui io stipulassi un contratto terapeutico. Ho spiegato al paziente che era necessario decidere insieme cosa sarebbe successo se avesse avuto la necessità di attivare nei confronti della terapia e della nostra relazione, un allontanamento, ovvero il suo solito acting out non riflessivo. Abbiamo fatto un patto, secondo il quale se il pattern di fuga si fosse manifestato e quindi lui avesse deciso improvvisamente di chiudere e terminare il trattamento, sarebbe dovuto tornare per almeno 3 sedute per lavorare su quello che stava accadendo in lui. Questo contratto, ha salvato più di una persona e più di un trattamento durante la mia esperienza. Durante il suo percorso Leano ha compreso come la sua sofferenza in età precoce a causa di separazioni ripetute, minava le sue relazioni presenti e future. Separazioni ripetute e precoci dai propri oggetti d’amore primari, una mamma ed un papà, o una nonna ad esempio, lo hanno portato a credere che chiunque lui amasse, si sarebbe allontanato e lo avrebbe lasciato, al punto da non voler mai arrivare a quel momento di estremo dolore che, fin da piccolo, aveva conosciuto e non aveva mai reso conscio.

Dr.ssa Giada Ave Psicologo

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