Le 12 barriere della comunicazione di Thomas Gordon

Thomas Gordon è stato uno psicologo clinico americano, collega del più celebre Carl Rogers. Rispetto a Rogers, Gordon era meno impegnato sul fronte divulgativo e maggiormente coinvolto dalla pratica clinica. Proprio grazie al suo impegno costante con i pazienti è riuscito a capire quali sono le dinamiche della comunicazione efficace e di quella disfunzionale.

Gordon  è stato un pionere nello studio e l’insegnamento della buona comunicazione.

Una delle sue eredità più importanti è la lista di cose da non fare quando si comunica. Sono errori che tutti commettiamo più o meno consapevolmente, e che possono compromettere seriamente i nostri rapporti interpersonali. Una coppia che commette questi sbagli, quasi sicuramente si lascierà in modo doloroso.

Vediamo cosa non fare quando comunichiamo.

Le 12 barriere della comunicazione di Thomas Gordon

 

#1 Ordinare, comandare, esigere

Adesso devi…

Fai subito…

Non voglio più sentire…

Questo tipo di approccio è disfunzionale anche quando siamo di fronte a una reale gerarchia tra gli attori della comunicazione. Per esempio un capo ufficio che si rivolge così ai suoi dipendenti è certamente tollerato ma alla lunga viene disprezzato. Se, però, non esiste alcuna gerarchia conclamata tra le parti, allora ordinare, comandare ed esigere sono solo azioni aggressive utili solo a compromettere il rapporto.

 

#2 Minacciare

È molto meglio se…

Se non farai così allora…

Minacciare è il modo migliore per introdurre nel rapporto tra gli attori della comunicazione il sentimento di ostilità. La parte minacciata si chiude e pensa solo a come difendersi. Questo genera rabbia e desiderio di ribellarsi.

 

#3 Sgridare, rimproverare

Dovresti imparare a…

La prossima volta dovresti stare più attentento a…

Se mi avessi ascoltato…

Ci sono dei contesti dove la forma comunicativa richiesta è proprio questa. Per esempio tra genitori e figli. Ma immaginate il caso in cui un figlio a rivolga così al padre: Se mi avessi ascoltato avresti capito che non mi piacciono le merendine alla marmellata, voglio quelle alla crema! Come vedete anche in questo caso è una questione di ruoli. Ma bisogna capire che il ruolo non annulla l’effetto mortificante e fastiodioso del rimprovero, semplicemente mette chi è rimproverato nella condizione di non protestare. Quindi attenti e non usatelo mai con chi vi è pari.

 

#4 Offrire soluzioni già pronte

Io al tuo posto avrei…

Si fa così…

Quando una persona chiede un consiglio significa che da sola non è riuscita a risolvere il problema. Dimostrarle che per voi invece si tratta di una sciocchezza facendo vedere che per voi la soluzione è ovvio non aiutarà il rapporto, perché lei si sentirà sminuita e umiliata. Se veramente avete una buona idea, cercate di arrivarci insieme.

 

#5 Argomentare con la fredda logica

Lascia stare le sensazioni, le variabili oggettive in questo caso sono…

Le cose stanno così…

Una discussione è importante se ci coinvolge emotivamente, altrimenti è una chiacchiera. Quando si affronta una discussione importante con qualcuno bisogna fare molta attenzione a non sminuire le sue emozioni riducendo tutto a formule matematiche.

 

#6 Criticare, insultare

Non capisci niente…

Sei troppo pigro…

Stai perdendo tempo…

Spostare l’oggetto della discussione su uno dei due attori della comunicazione è il modo migliore per costruire un muro e interrompere ogni forma di dialogo.

#7 Lunsingare o fare complimenti eccessivi

Sei l’unico al mondo che può aiutarmi…

Questa è l’idea più geniale che abbia mai sentito…

Sei la persona più intelligente che abbia mai conosciuto…

Magari all’inizio il tuo interlocutore proverà un dicscreto piacere nel sentirsi dire certe cose. Poi, anche se non è la persona più intelligente che tu abbia mai conosciuto, capirà che stai tentando di manipolarlo e la fiducia tra voi sarà rotta.

 

#8 Stereotipare

 

Sei solo un ragazzino!

Sei la classica donna viziata!

Stereotipare equivale a offendere in modo indiretto. Non dico direttamente all’altro ciò che penso di lui. Gli affibbio un’etichetta e dev’essere lui a capire cosa intendi. In pratica è l’offesa di chi ha paura di offendere e preferisce tenersi vago per poter ritrattare quanto detto. In questo caso la comunicazione si blocca perché il messaggio non è chiaro.

 

#9 Interpretare

In realtà non vuoi dire questo…

In questo modo si manifesta all’altro tutta la propria arroganza. Ci mostriamo più bravi di lui non solo a spiegare le cose, ma anche a entrare in sintonia con i suoi pensieri. Quando interpretiamo quello che viene detto stiamo comunicando un messaggio molto chiaro: io capisco i tuoi pensieri e tu no!

 

#10 Minimizzare

Ma sì, vedrai che si sistema tutto…

La fai più grossa di quello che è…

Non ti preoccupare…

Quanto ci viene comunicato non ci sembra consono alla reazione del nostro interlocutore. Quindi ci attiviamo per riportarlo sulla giusta misura. Peccato che le emozioni siano soggettive e minimizzare quello che gli altri provano amplifica il loro dolore.

 

#11 Mettere in dubbio

Sei sicuro che sia andata proprio così?

Mi sembra impossibile che si sia comportata in quel modo…

Interrogare l’altro per modificare la realtà che vi sta raccontando è molto rischioso. Può darsi che uno sfogo non sia molto attendibile ma proprio in quel momento è meglio evitare di contraddire chi sta aprendo il suo cuore e rilassando la rabbia.

 

#12 Cambiare argomento

Vabbè ma possiamo parlarne un’altra volta…

Prima ti devo chiedere una cosa…

Cambiare argomento è un nostro diritto. Ma dobbiamo essere molto chiari sul perché intendiamo farlo. Altrimenti la prossima volta oltre all’argomento fastidioso dovremo rispondere anche sul perché non abbiamo voluto parlarne.